20 indirizzi da non perdere a Milano: tra nuove aperture e chicche che han lasciato il segno

Tra aperture a raffica e locali che fanno il botto, abbiamo pensato a una lista fresca fresca per non perdersi nemmeno un morso delle chicche gastronomiche milanesi, dalle ultime novità a chi si sta da qualche tempo affermando nel panorama meneghino.

La sala al primo piano di CGM, ph Marmo Creative

Osteria popolare pugliese: è la nuova trattoria di specialità pugliesi aperta da Tony Ingrosso e Francesca Micoccio, già noti per i loro locali in Brera. Situato tra Isola e Scalo Farini, il ristorante punta sulla cucina genuina, con piatti tradizionali come orecchiette fatte a mano con le cime di rapa, polpette di cavallo, lasagna poverella, bombette e verdure selvatiche con qualche Presidio Slow Food. L'approvvigionamento è curato direttamente dalla loro gastronomia in Puglia, garantendo qualità e autenticità dei prodotti scelti. I prezzi sono piuttosto accessibili (certo, è pur sempre un’osteria a Milano): menu pranzo a 15 euro, antipasti tra 12 e 18 euro, primi intorno ai 16 euro, secondi sui 18 euro. Il locale, nato in un ex bar-tabacchi, mantiene un’atmosfera semplice e senza scenografie forzate, privilegiando la sostanza e l’accoglienza calorosa.

Via Valtellina 2

Osteria Popolare Pugliese

Ceci: dark kitchen nata dalla passione di due fratelli libanesi, Melanie e Antony Ghoul, per la loro cucina, con l’obiettivo di portare a Milano un’esperienza culinaria autentica, sana e accessibile. Il format si basa sul concetto di fast but healthy food, offrendo piatti ispirati alla tradizione libanese in un formato pratico e moderno: le bowls. La base di ogni bowl è composta da ingredienti iconici della cucina libanese, come hummus, tabbouleh e falafel. Ceci si distingue per il suo approccio sostenibile e genuino, con un packaging 100% ecologico e ingredienti di ottima qualità, e per la sua missione di rendere il cibo libanese un punto di riferimento nel panorama gastronomico italiano. La proposta, che si trova sulle varie piattaforme delivery, vuole trasmettere genuinità, autenticità e il forte legame con le radici culturali delle tradizioni culinarie libanesi.

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Ditta Artigianale: sbarca nella città meneghina una delle principali torrefazioni specialty italiane con sei punti vendita a Firenze, fondata nel 2013 da Francesco Sanapo e Patrick Hoffer. A Milano ha portato il suo originale DNA: ambiente accogliente e conviviale, atmosfera anni ’50, unendo caffetteria di alta qualità e ristorazione, offrendo miscele pregiate e metodi di estrazione alternativi, oltre a dolci, brunch e cocktail d'autore. Sanapo, barista pluripremiato, ha rivoluzionato il panorama italiano del caffè puntando su qualità, tracciabilità e sostenibilità, sfidando le abitudini tradizionali con caffè meno tostati e (ovviamente) senza zucchero. Tra le sue creazioni, la miscela MammaMia, dedicata alla mamma e pensata per coniugare tradizione italiana e ricerca, è la più apprezzata.

Corso Magenta 31

2025-01-25

Pizza Stella: sorella minore della family di Bar Paradiso è la new entry nel panorama della pizza al taglio a Milano. La slice pizza diventata iconica in molte città internazionali, come New York, arriva crispy, juicy e aperta fino a tardi nel capoluogo meneghino, dal martedì alla domenica, solo la sera durante la settimana, anche a pranzo nel weekend.

Via Cadore 48

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Sandì: il pranzo diventa la nuova frontiera gastronomica, e Sandì, il bistrot di Laura Santosuosso e Danny Mollica in zona Città Studi, ne fa il proprio manifesto: aperto solo a mezzogiorno, con eccezioni serali il venerdì e in occasioni speciali, chiuso il mercoledì. Il locale, essenziale ed elegante, è stato ristrutturato dal trio Parasite 2.0 con un design discreto, tra pavimenti in graniglia, colori tenui e dettagli anni Settanta. La cucina di Santosuosso, di radici emiliane e formazione indipendente tra Erba Brusca, Ratanà, Remulass e bistrot parigini, è gioiosa e senza dogmi: piatti vegetali convivono con le proteine animali legate alla disponibilità del mercato. Due formule per il pranzo: 22 euro (antipasto e piatto principale) o 25 euro con dessert. La carta dei vini, curata da Danny, è mirata ma inclusiva. Un locale che reinterpreta la pausa pranzo con carattere, valorizzando un momento della giornata spesso trascurato e sempre più necessario.

Via Francesco Hayez, 13

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The Seed: nato come naturale evoluzione di The Garden per offrire un’esperienza di benessere che unisce alimentazione sana, creatività e coworking. Fondato da Flavia Abbadessa con Adriana Masserini, ha aperto da pochissimo ma è già diventato un must in città, per chi se la vuole prendere più slow. Si sviluppa su due piani: al piano terra una caffetteria con proposte salutari, un’area coworking e una zona digital detox, mentre al piano inferiore una seconda area di coworking e una sala eventi per workshop, mostre e collaborazioni artistiche. Il menu, sano e colorato, include colazioni energetiche, pranzi leggeri e brunch domenicali, con piatti preparati con ingredienti di qualità e proposte principalmente plant-based. Bevande come matcha latte, kombucha e frullati completano l’offerta, servita in ceramiche artigianali realizzate proprio nei laboratori di The Garden.

Viale Monte Nero, 78

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Ortolan: da dicembre scorso, la bakery Pan di Yoji Tokuyoshi e Alice Yamada a Milano si trasforma in bistrot serale con Ortolan, il progetto di Francesco Capuzzo Dolcetta e Guglielmo Chiarapini, fondatori di FEG Kitchen, momentaneamente messo in pausa. Aperto a cena da mercoledì a sabato, Ortolan prende il nome dal celebre piatto francese a base di ortolano, piccolo uccello da tavola il cui consumo prevedeva un rituale particolare: i commensali si coprivano il capo con un tovagliolo bianco prima di gustarlo. Qui il piatto viene reinterpretato in versione legale ed etica, con piccioni selezionati da fornitori attenti al benessere animale, mantenendo però il rito del tovagliolo. Il menu include anche i cavalli di battaglia dei due chef, come risotto allo zafferano e grasso di rognone, focaccia di patate e kefir e carne alla griglia, per la quale hanno fatto costruire una griglia su misura. La collaborazione con Pan durerà fino a fine maggio, quindi affrettatevi se non lo avete ancora provato. 

Via Leopoldo Cicognara, 19

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Sisu: è il nuovo indirizzo per la colazione in zona Navigli il cui nome vuol dire "perseveranza" in finlandese. Un locale ampio, con laboratorio interno, stile minimal tutto in pietra e cemento, con dettagli in tinte pastello che rendono l'atmosfera intima. È una bakery che fa ottimi lievitati da assaggiare accompagnati da caffè monorigine e specialty coffee, ma anche un bistrot aperto fino a sera, ogni volta con una proposta diversa, dai croissant alle focacce, fino ai primi e alle insalate. Nota speciale: vi innamorerete del modo in cui presentano i dolci, piccole opere d'arte.

Via Gaudenzio Ferrari, 1

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Lubna: nuovo ristorante-cocktail bar, nato da un’ex area industriale riqualificata in zona Scalo Romana, oggi cuore creativo della città. Ideato da quattro soci, tra cui gli artefici del Moebius, si sviluppa attorno a una piazza centrale e include anche una galleria d’arte e uno spazio eventi. Lo chef Enrico Croatti propone una cucina italiana identitaria, legata alle sue radici romagnole e una protagonista assoluta: la cottura alla brace, eseguita su una griglia Josper unica in Italia. In menu: lasagna della domenica, grigliata mista, seppie nere, passatelli e dolci "affumicati". La drink list, curata da Giovanni Allario, esplora mixology creativa con ingredienti cotti o bruciati, come banane alla brace e olio al carbone. Atmosfera elegante e rilassata, musica alta e prezzi intorno ai 50 euro per un’esperienza multisensoriale fuori dagli schemi.

Via Vezza d’Oglio 14

Cucina Franca: aperto da neanche un annetto, è diventato punto di riferimento gastronomico in città, un vero e proprio ristorante di sperimentazione culinaria vicino a Porta Romana. Fondato dallo chef argentino Facundo Castellani e da Gianluca Santamato, un esperto di sala con esperienza internazionale, il locale offre un menù eclettico basato su ingredienti freschi, vegetali ed erbe, con un uso limitato di carne e pesce. I piatti, pensati per la condivisione, propongono abbinamenti audaci e sapori intensi. L’atmosfera è accogliente, con un design minimalista e una cucina a vista. La carta dei vini privilegia etichette artigianali e biologiche. Cucina Franca si distingue per il suo approccio informale e creativo, diventando rapidamente un punto di riferimento gastronomico in città.

Via Friuli, 78

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Casa Camperio: apertura di inizio 2024 nel cuore della città, è un ristorante e cocktail bar dall’anima eclettica, ideato da Stefano Lascatti Busato. Ispirato ai locali di New York e alla cultura giapponese, offre un ambiente elegante con arredi vintage anni ’60 e una cucina che fonde sapori italiani e nipponici, curata dagli chef Stefano Ceriani e Ruwan Livera. Il menu spazia dal risotto alla milanese ai sushi rolls, con piatti creativi e un menù degustazione. Il cocktail bar, guidato da Andrea Lascatti e Paolo Scialpi, propone drink originali come il Prunus e il Milante. Un nuovo punto di riferimento per un’esperienza gastronomica raffinata e innovativa.
Via Giulini 6

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Lo staff de L'Altro a Milano

L’altro tramezzino: dopo dieci anni nell’iconica sede di via Lupetta, L’Altro Tramezzino si rinnova e apre la nuova sede in via Mantova, a Porta Romana. Il progetto nato nel 2015 da Marta Matilde Favilli, alias "Lady Tramezzini", evolve da piccolo locale take-away a bistrot con 20 coperti, mantenendo il focus sul tramezzino veneziano ma ampliando l’offerta. Il nuovo spazio – curato da Sagoma Studio – è pensato come punto di riferimento per pause pranzo di qualità, eventi e catering, con un menu che abbina ingredienti eccellenti, filiera trasparente e creatività pop. Oltre ai tramezzini, il bistrot propone toast gourmet, piattini stagionali e dolci artigianali, con l’idea di trasformare una semplice pausa in un’esperienza gastronomica ricca e variegata.

Via Mantova 13

Botoi: è un minuscolo bistrot di quartiere in zona Porta Venezia, con soli 10 coperti e un’anima sola a gestirlo, Lodovico Rosselli, classe 1984, ex biologo diventato cuoco autodidatta. Lodovico fa tutto da sé: cucina, serve ai tavoli, seleziona i vini, lava i piatti. Aperto qualche anni fa, nel 2021, Botoi si ispira ai bar à vins parigini e ai bacari veneziani, con piatti stagionali, artigianali e una forte impronta personale. Il menu cambia spesso e tutto è pensato per essere evitare sprechi, dai prodotti freschi e locali ai prezzi contenuti (30-35€ a persona). Anche la carta dei vini privilegia produttori artigianali selezionati. L’atmosfera è informale e accogliente, tanto che al bancone si creano amicizie e sinergie lavorative.

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Lodovico Rosselli nella cucina di Botoi
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Terrazza Aperol: iconico punto di riferimento per l’aperitivo milanese con vista su Piazza Duomo, si rinnova con un concept che celebra convivialità, gusto e design. Il nuovo format, curato dallo studio Vudafieri-Saverino Partners, unisce l’heritage veneto di Aperol con l’energia cosmopolita di Milano, ispirandosi ai bacari veneziani e alla “golden hour” del tramonto. Spazi dinamici, colori caldi come arancio, oro e blu, materiali sostenibili e illustrazioni firmate da Vahram Muratyan creano un’atmosfera immersiva. Al centro, il grande bancone e il social table favoriscono l’interazione, mentre il menu reinterpreta i cicchetti veneti con un twist milanese. Situata al secondo piano del Mercato del Duomo, la Terrazza è il simbolo del moderno rituale dell’Aperol Spritz.

Galleria Vittorio Emanuele II

Osteria Grand Hotel: siamo sui Navigli, ma non quelli frenetici dei locali della movida — qui il tempo sembra essersi fermato e si respira la Milano dei cabaret anni ’80. Nata a inizio ’900 col nome “El Gandin”, oggi l’osteria è un angolo di nostalgia con tanto di campo da bocce originale (ancora lì, fiero e resistentissimo alle mode). L’atmosfera è rilassata, un po’ retro ma chic, immersa tra glicini e gelsomini in fiore. Fabrizio e Daniela, storici proprietari, sono il punto fermo di questo locale, che oggi è tutto da riscoprire: piatti semplici ma solidi, radicati nella tradizione meneghina e italiana, rivisitati con intelligenza e a prezzi onesti. Bonus? Una carta dei vini fantasmagorica, da oltre 700 etichette.

Via Ascanio Sforza 75

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Mogo HI-Fi Bar & Dining: nel quartiere Isola, ha aperto qualche settimana fa un listening bar nato da Polifonic e Burro Studio, due realtà creative locali, con la cucina affidata allo chef Yoji Tokuyoshi (Bentoteca, Katsusanderia, Pan). Situato a Scalo Farini nell'ex birrificio Edit, Mogo unisce musica di alta qualità, cocktail di ricerca e cucina internazionale in un ambiente di design ispirato ai Jazz Kissa giapponesi, con interni curati da Giorgia Longoni Studio e opere di Andrea Corvino. Il progetto nasce dal desiderio di raccontare viaggi e passioni dei fondatori Matteo Larghi e Marco Sala, sviluppato poi insieme a Burro Studio, che ha anche trasferito qui i suoi uffici. Il nome "Mogo", che significa "insieme" in lingua Sotho, esprime perfettamente lo spirito del locale. La cucina propone piatti da condividere che fondono tradizione giapponese e ingredienti locali, disponibili in tre formule: pranzo veloce, cena principale e brunch nel weekend. La cocktail list, firmata con il bartender Morris Maramaldi e gestita da Filippo Comparini, include drink come il Martini Black Saffron e il Tokyo Dub, affiancati da una selezione esclusiva di whisky, mezcal, gin e sake. La musica è curata direttamente dal team Polifonic, con serate che spaziano dal jazz all’elettronica, rendendo Mogo un punto d'incontro creativo e multisensoriale.

Via Bernina, 1C

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Club Giovanile Milano (CGM): tra le nuove aperture più interessanti a Milano c'è un locale poliedrico ospitato in un affascinante villino anni ’20, ex mattatoio e poi centro sociale occupato. Al piano terra si trovano un'ampia sala ristorante con cucina a vista e bancone bar, mentre salendo le suggestive scale si accede a uno spazio dedicato a listening bar, eventi, concerti e dj set. Il recupero architettonico è curato nei dettagli, con arredi vintage scelti con gusto. Dal menu si possono ordinare sia piattini da accompagnare ai drink, sia piatti per una cena completa, e un menù pranzo, a prezzi accessibili (drink 8-12€, piatti 5-10€). 

Via Antonio Raimondi, 15, 20156 Milano MI

Il bancone bar di CGM al piano terra, ph Marnmo Creative
La sala di Lafa

Lafa: la riqualificazione del Certosa District a Milano, guidata da RealStep, sta trasformando l’area in un nuovo polo gastronomico indipendente, dove qualità e convivialità sono al centro del progetto. Tra le aperture più recenti che ci hanno oltremodo convinto, c’è Lafa, il bistrot firmato da Hippolyte Vautrin (già fondatore di Røst e Kanpai). Pensato per una pausa pranzo contemporanea, Lafa propone una cucina fresca e speziata ispirata ai sapori levantini, in uno spazio accogliente dagli interni caldi e luminosi firmati OoohStudio. Il menu ruota attorno a piatti genuini, carne halal e vini naturali, con prezzi accessibili (mezze 6-9€, piatti principali 13-18€, lafa completa 13€), per un’esperienza che celebra la convivialità.

Via Varesina, 204

DaV by Da Vittorio Louis Vuitton: nel cuore di via Montenapoleone, ha aperto il primo ristorante permanente della maison francese in Italia. A firmare la cucina è il prestigioso Gruppo Da Vittorio della famiglia Cerea, tre stelle Michelin a Brusaporto, sinonimo di eccellenza gastronomica. Il progetto ha preso il via con due inaugurazioni: il 4 aprile ha aperto il Da Vittorio Café Louis Vuitton, un elegante bistrot dedicato a una cucina veloce e raffinata; l’8 aprile è stata la volta del DaV, ristorante di casual dining che propone piatti iconici come i famosi Paccheri alla Da Vittorio, oltre a creazioni ispirate all’universo Louis Vuitton, spesso impreziosite dal celebre monogramma. In cucina, il giovane e talentoso chef Edoardo Tizzanini, sous chef del ristorante Da Vittorio e finalista italiano della S.Pellegrino Young Chef Academy Competition 2024-25, guida la brigata con uno stile che unisce alta cucina e spirito contemporaneo.
Via Montenapoleone 2

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Linfa: il ristorante completamente vegetale, vegano e senza glutine, ha appena raddoppiato la sua presenza a Milano con l'apertura di un nuovo spazio all'interno dello showroom Visionnaire, celebre brand di interior design Made in Italy. Linfa da Visionnaire è un progetto che unisce design, architettura e cucina sostenibile, creando un’esperienza a 360 gradi. I due marchi condividono una visione complementare, seppur nei rispettivi ambiti. Lo spazio, ispirato agli elementi naturali, presenta texture materiche come travertino e quarzite, arricchite da dettagli in acciaio e il Pantone dell’anno, il mocha. Il ristorante è caratterizzato da un bancone bar di 18 metri e tavoli in vetro lavorato. Il menu offre piatti della tradizione italiana tutto in chiave vegetale, vegana e senza glutine, con influenze fusion, come la Cacio e pepe agli anacardi, la Cotoletta vegana, la pizza senza glutine lievitata per 48 ore e il sushi plant-based.
Piazza Cavour 3

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