Ci voleva un festival gastronomico ai Caraibi per andare a scoprirlo.
Aruba è un'isola piccolissima, ma è decisamente piena di sorprese. Circondata da un mare che sfida ogni immaginazione con il suo blu ipnotico, l’isola delle Antille Olandesi misura meno di 180 chilometri quadrati. A prima vista, sembra solo un rifugio per gli amanti del relax, con le sue spiagge da cartolina e il clima perfetto. Ma Aruba nasconde un’anima che non ti aspetti: è una destinazione culinaria vivace, piena di contrasti e influenze culturali. E noi, naturalmente, siamo volati qui per scoprirla, accettando l’invito alla prima edizione dell’Autentico Aruba Festival, un evento gastronomico che promette di diventare un must nel calendario dei gourmand di tutto il mondo.
Autentico Aruba Festival
Aruba: “One Happy Island”
Aruba è un’isola felice, e non è solo uno slogan turistico. Il suo tasso di ospiti di ritorno è del 65%, un record tra le isole caraibiche, e a ragione. L’aria qui profuma di benessere. Le temperature medie si aggirano tra i 27 e i 29 gradi tutto l’anno e un piacevole venticello soffia costantemente, rendendo il caldo più che sopportabile. Questo paradiso sembra fatto su misura per chi cerca il sole, il mare e la tranquillità, ma anche per chi ama lasciarsi sorprendere da una cultura ricca e multiforme.
L’arrivo: un benvenuto caloroso
Dopo un lungo viaggio dall’Italia, con un volo KLM che ci ha portato via Amsterdam direttamente al Reina Beatrix International Airport, atterriamo poco prima del tramonto. Il primo impatto è mozzafiato: il cielo si tinge di arancione mentre arriviamo al nostro hotel, il Manchebo Beach Resort & Spa, situato sulla splendida Eagle Beach. Questa spiaggia, eletta la più bella dei Caraibi ai Traveller's Choice Best of the Best Awards 2023, è lunga un chilometro e circondata da alberi "fofoti", ormai simbolo dell'isola. Qui, la sabbia è così soffice che sembra di camminare sulla farina.
La nostra cena di benvenuto si svolge nel bistrot del resort, uno dei quattro ristoranti del Manchebo. Qui proviamo immediatamente la rinomata Balashi, una birra locale realizzata con luppolo bavarese di Hallertau, ideale per ringalluzzirci e non soffrire troppo il jet-lag.
Balashi Beer
Ma che si mangia ad Aruba?
Ad Aruba si mangia il mondo intero. La sua cucina è lo specchio della popolazione multietnica; la cultura creola è un vibrante mosaico di tradizioni e storie che si intrecciano in un’unica, straordinaria identità: qui convivono influenze sudamericane, olandesi, africane, caraibiche, indiane e cinesi.
Uno dei piatti più iconici è il Keshi Yena, con una base di formaggio Gouda scavato e farcito con pollo speziato, olive, frutta secca e noci. È un piatto che racconta storie di adattamento e creatività, di un popolo che ha sempre saputo fare tesoro di ciò che aveva a disposizione.
Ma non mancano altre specialità che parlano di culture lontane e sapori intensi: dalle empanadas al ceviche peruviano, dai bitterballen olandesi ai saporiti stufati di capra e coda di bue, conosciuti localmente come Cabrito Stoba e Rab’i Baca Stoba. E non possiamo dimenticare la piccantezza della salsa Madame Janette, a base di peperoncini Scotch Bonnet, onnipresente nei ristoranti arubani, o la più delicata Pica di Papaya, una salsa agrodolce e sorprendentemente aromatica.
Sostenibilità e innovazione: Happyponics, Farm a Cure Fungi e "Paradise on Tap"
Non si può parlare di Aruba senza menzionare i suoi progetti più innovativi e sostenibili. Happyponics, situata a Paradera, è un’azienda agricola che lavora in idroponica e coltiva numerose varietà di lattuga e vegetali di alta qualità in un ambiente arido come quello caraibico. Questo progetto non solo riduce la dipendenza dalle importazioni, ma mostra come tecnologia e sostenibilità possano ridurre notevolmente il consumo e lo spreco idrico creando prodotti di altissima qualità.
E che dire di Farm a Cure Fungi, dove la visionaria Rachell Peterson coltiva funghi esotici come la criniera di leone e il cordyceps, fornendo agli chef locali ingredienti di altissima qualità?
Ad Aruba, anche l’acqua è speciale. Grazie a un avanzato impianto di desalinizzazione, l’acqua del rubinetto è tra le più pure al mondo e rispetta gli standard dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Questo significa che i visitatori possono dimenticare l’acqua in bottiglia e portare con sé una borraccia riutilizzabile, contribuendo a ridurre i rifiuti di plastica e abbracciando la filosofia sostenibile dell’isola. La campagna "Paradise on Tap" sottolinea questa risorsa unica e invita a vivere Aruba in modo più responsabile, integrando l’uso dell’acqua con esperienze di benessere che celebrano la natura.
Happyponics
Aloe Vera e la fabbrica del benessere ad Aruba
Visitare Oranjestad, la capitale dell’isola, senza fare una tappa al Royal Aruba Aloe significa perdere un pezzo di storia… e di idratazione! Situata in Pitastraat 115, questa storica fabbrica di aloe, attiva fin dal 19° secolo, rappresenta un mix perfetto tra cultura, skincare e tanta storia. Negli anni, da luogo di produzione è diventata anche un museo, dove si racconta tutto sulla pianta che ha conquistato la pelle e i cuori di chi vive sotto il sole tropicale.
Durante il tour, i visitatori possono scoprire ogni dettaglio del processo produttivo: dalla raccolta delle foglie di aloe al momento in cui si trasformano in prodotti naturali e di alta qualità per la cura della pelle. Un autentico viaggio “dalla foglia al flacone” che dimostra perché l’aloe è una parte così importante della cultura e dell’economia di Aruba. E per chi cerca una skincare sostenibile e a prova di sole, c’è l’occasione di scoprire nuovi alleati tra i prodotti in vendita. Molti, come spesso accade, non resistono e fanno scorta di souvenir (come la sottoscritta!).
Aloe Museum
Navigare a tutta vela con Tropical Sailing Aruba
Vivere Aruba direttamente dal mare offre un’esperienza ancora più straordinaria, resa possibile grazie a Tropical Sailing Aruba. Con partenza dal porto turistico di Varadero Aruba, il tour in barca a vela, con musica caraibica di sottofondo, conduce attraverso vivaci barriere coralline e il celebre relitto dell’Antilla, un pezzo di storia sommerso ora popolato da un’incredibile biodiversità marina. Dopo il tuffo tra pesci colorati e un po' di snorkelling, il rientro è accompagnato da un delizioso brunch o una cena.
Che si cerchi relax, avventura o un mix di entrambi, Tropical Sailing Aruba offre esperienze indimenticabili che uniscono divertimento e natura, sopra e sotto il mare.
Il festival: l’anima culinaria dell’isola
L'Autentico Aruba Festival ha preso il via sulla spiaggia dell'hotel Marriott con una cena di apertura curata dallo chef colombiano Alvaro Clavijo, il cui ristorante El Chato a Bogotá è attualmente nella top 50 dei migliori al mondo. Il menu da cinque portate è un’esplosione di sapori, un mix tra l’eleganza del fine dining e il calore dei sapori caraibici. La cena è stata un’esperienza magica, complice la cornice incantevole del ristorante Atardi, direttamente con i piedi sulla sabbia e dove il mare sembra avvolgerti.
Ristorante Atradi @ Hotel Marriott con Chef Alvaro Clavijo
Il giorno successivo, proviamo invece la vera tradizione gastronomica dell'isola all'Old Cunucu House, un ristorante storico dove assaggiamo piatti decisamente fuori dal comune, come la zuppa di iguana (un fuori menù) considerata un tonico miracoloso dagli arubani. Per chi preferisce qualcosa di meno avventuroso, il Cabrito Stoba (stufato di capra) qui è una garanzia. E per concludere il pasto? Un cocktail a base di tequila e frutti di cactus, tipici dell’isola.
Iguana Soup e Cactus Margarita @ Old Cunucu House
Tra spiagge e ristoranti iconici
Le giornate ad Aruba passano veloci tra bagni di sole e nuove scoperte gastronomiche. Baby Beach, all’estremo sud dell’isola, merita una visita per le sue acque calme e turchesi. Qui, il tempo sembra rallentare, invitandoti a un relax totale. Tornati in città, facciamo tappa da Zeerovers, un ristorante a conduzione familiare sul mare, dove gustiamo dentici freschi e gamberi serviti in delle semplici ceste, dove il pezzo forte oltre la freschezza del pesce è il loro saporitissimo seasoning. La regola qui è mangiare con le mani, e il risultato è un’esperienza conviviale e autentica.
Dentice @ Zeerovers
La sera ci attende una cena VIP al Manchebo, dove lo chef locale Jeffrey Wouters cucina insieme alla celebre chef americana Antonia Lofaso, portando in tavola piatti che uniscono la cucina arubana alla creatività contemporanea. E per chi cerca un’esperienza esclusivamente chef’s table? Una cena all'Infini di Urvin Croes è imperdibile: otto portate che includono piatti unici come la quaglia alla pechinese con XO-Jus, preparata proprio di fronte a te.
Il gran finale: un ristorante a cielo aperto
Il festival culmina con la trasformazione di un’intera strada del capoluogo in un ristorante all’aperto. Qui, circa 40 stand offrono specialità locali e internazionali. Tra i preferiti, il Keshi Yena del ristorante Papiamento a Noord. Anche il rum locale ha il suo momento di gloria: il Papiamento Reserve è una delizia premiata a livello internazionale.
Aruba, un’isola da gustare
Tra spiagge da sogno, sorrisi sinceri e sapori inconfondibili, Aruba ci ha regalato un viaggio che è stato molto più di una vacanza. L’Autentico Aruba Festival è stato il pretesto perfetto per scoprire un’isola che sa sorprendere e sedurre, una destinazione dove il cibo diventa cultura e il sole brilla tutto l’anno. E a chi ancora ci chiede: "Ma che cosa si mangia ad Aruba?" rispondiamo con un sorriso: "Tutto quello che non ti aspetti…e anche di più."