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I guardiani del nostro pianeta
La parola “Indigeno” vuol dire “nativo o originario del luogo in cui vive”: per loro natura, le Popolazioni Indigene vivono con estremo rispetto dell'ambiente che li circonda.
Il loro consumo è consapevole e misurato, sfruttando sì le risorse che il territorio offre, ma con sapienza e attenzione.
I loro sistemi alimentari sono tra i più sostenibili al mondo e generano cibo per le loro comunità per generazioni, preservando varietà e biodiversità. In un'epoca di crisi climatica come questa, non possiamo che osservarli per guardare al nostro futuro.
Il modo in cui mangiamo, infatti, ci ha fatto perdere il 70% della biodiversità terrestre e il 50% di quella d'acqua dolce.
Nonostante questo compito cruciale, le popolazioni indigene continuano a essere tra i gruppi di persone più vulnerabili del mondo.
Vivono spesso condizioni di estrema povertà e marginalizzazioni causate dai governi locali, interessati a sfruttare i loro territori e le loro risorse.
Nella sua Agenda 2030, l'ONU ha inserito l'impegno di “Non lasciare nessuno indietro”, per sottolineare l'importanza che gli indigeni hanno come custodi del nostro pianeta.
Dana thompson e il trauma ancestrale
Dana Thompson è co-proprietaria del Ristorante Owamni, e discende dalle tribù Wahpeton-Sisseton e Mdewakanton Dakota.
Con Owamni, lavora per diffondere cultura ed educazione sulla cucina nordamericana, nonché per garantire sicurezza alimentare per i gruppi indigeni più a rischio.
Per Dana, offrire un menu “decolonizzato” aiuta le persone indigene ad affrontare il trauma ancestrale.
Per il futuro, Dana si augura più opportunità per la sovranità alimentare indigena e di continuare a lavorare per riparare ai torti subiti ancora adesso dalle tribù.