Le mille anime dell’Emporio Armani Ristorante

C’è un momento, appena cala la sera su Montenapoleone, in cui le vetrine dell’Emporio Armani Ristorante cambiano respiro. Le luci si fanno più morbide, il brusio si mescola alle prime note di un sax.

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Dentro, tutto si trasforma.

Qui l’intrattenimento non è un contorno, è una filosofia.
Una delle nuove frontiere della ristorazione si misura non più soltanto nei piatti, ma nelle emozioni che li accompagnano: musica, performance, movimento.

Di giorno è caffetteria e business lunch, ma al tramonto il piano terra si anima come un piccolo teatro. L’aperitivo qui non è un rito, è un preludio: un calice, qualche alzatina di finger food, un cantante o un sassofonista che riempie l’aria di eleganza leggera.
In alcune sere, questo luogo si concede un po’ di spettacolo. Il pubblico si riconosce: chi ama la musica dal vivo, chi si ferma dopo l’ufficio, chi cerca un modo per sentirsi altrove senza uscire da Milano.

Poi ci si sposta al primo piano, e lì la serata cambia pelle.
Il tono si fa più deciso, la sala più raccolta. Il palco, al centro, è una calamita.
È la volta di La Stryxia, la drag performer e dj del Plastic che trasforma la cena in una scena. Le luci si tingono di viola, i bicchieri scintillano, le conversazioni si mescolano alle sue note, tra ironia e charme. È una di quelle serate in cui ci si dimentica del tempo, si cena, si ride, si balla e alla fine si ha la sensazione di aver assistito a qualcosa di irripetibile. C’è la leggerezza vintage di Rudi Smaila, che trasforma le serate in momenti pieni di charm e ricordi. La sensualità raffinata di Alessandro Ristori, con la sua voce da crooner. E a dicembre, il ritorno attesissimo di Gianluigi Lembo, che porta a Milano l’energia di Capri e della sua Anema e Core e che fa cantare i tavoli con l’allegria di una taverna elegante: tra brindisi, improvvisazioni e quell’italianità che si infila sotto pelle. Poi ci sono le serate più sofisticate, come Jazz This Night, un quartetto, un’atmosfera ricercata che invita a rilassarsi tra un sorso di vino e un assolo di tromba. O Sensazioni, la serata più eclettica: un dinner show che alterna momenti pop, rock, e coreografie dal vivo. Un crescendo di emozioni che finisce spesso con un dj set e la sensazione di aver vissuto più di una cena.

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E quando si torna al piano terra per il Piano Bar, si entra in un’altra dimensione ancora: più raccolta, più intima. Federico Fattinger al pianoforte accompagna la voce della città che rallenta. Qui si ascolta, si osserva, si respira eleganza senza rumore.

Tutto questo vive dentro un quadro gastronomico preciso: la cucina italiana autentica dello chef Ferdinando Palomba, cucina partenopea che incontra quella milanese. Piatti iconici, spaghetti al pomodoro, cotoletta alla milanese, interpretati con mano leggera e impiattamento raffinato.
Non serve stupire, serve riconoscersi.
La cucina resta la base, la melodia su cui tutto il resto si muove. E la carta dei vini, ricca e coerente, accompagna ogni emozione: bollicine che brillano sotto le luci del palco, rossi intensi che scaldano la voce di un contrabbasso.

Ci sono sere in cui l’Emporio Armani Ristorante non sembra nemmeno Milano.
Forse Parigi, forse New York, forse un angolo di Capri vestito d’inverno.
Ogni serata ha la sua temperatura, il suo ritmo, il suo pubblico.

Eppure, tutto resta perfettamente Armani: preciso, elegante, mai eccessivo.

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