L'essenza del vino, senza confini né etichette

Un manifesto contro corrente, che libera la fluidità del vino dai suoi schemi più anacronistici e regole imposte, a neanche 50 metri dal confine con la denominazione del Barolo.

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Nomen omen, dicevano i romani, un modo di dire per esprimere la loro convinzione che in quel nome fosse già scritto il suo destino.

Così è dwnl®, acronimo di Drink Wines Not Labels, il progetto enologico ribelle di Alessandro Salvano, classe 1995, avviato nel 2019 e con 5 vendemmie alle spalle.

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ph Isotta Rosboch

Fare vino è un’arte, fare vino libero da confini immaginari è una manifestazione di intenti.

Si tratta di un prodotto che esce dal canonico disciplinare per seguire la sua natura più vera, facendosi portavoce di un messaggio: la passione per il vino al di là di ogni regola o etichetta. E’ la stessa etichetta dwnl a raccontare il vino: minimalista, essenziale, elegante al tatto. Una sola frase, declinata in inglese, spagnolo, francese e giapponese. E poi, uno spazio, volutamente bianco, tutto da interpretare, proprio come l’approccio di Salvano all’universo del vino. Una pagina bianca per scrivere i propri ricordi.

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Alessandro Salvano, nasce ad Alba e cresce a Montelupo Albese, nelle Langhe, qualche metro fuori dai confini del Barolo. Studierà alla scuola enologica di Alba e lavorerà, oltre ad un paio di esperienze all’estero, per Borgogno, azienda vinicola della famiglia Farinetti, dove acquisirà una solida esperienza in materia commerciale, di comunicazione e di marketing. 

Da lì, la sua strada nel mondo del vino prende curioso corso, perchè nel 2019 la sua vita lavorativa si intreccia con l’azienda di spirits Compagni dei Caraibi. Alessandro conosce Fabio Torretta (General Manager di Compagnia dei Caraibi) che gli propone di entrare a far parte del team e di occuparsi della distribuzione vini con Elemento Indigeno. Salvano accetta la sfida, proprio nel primo anno di pandemia mondiale, trascorrendo la maggior parte del tempo alla creazione del nuovo ambizioso progetto: creare un catalogo vini di nicchia selezionati da tutti i continenti.

Le degustazioni virtuali con produttori da tutto il mondo, però, non saziano la sua sete e la sua passione nel mondo enoico. E’ in quel momento che decide di mettersi in gioco in prima persona. Così prende forma Drink Wines, Not Labels.

Alessandro Salvano

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Per i primi quattro anni, Alessandro, non possedendo vigne, ha sempre acquistato le uve ma, anche grazie alla nuova azienda agricola creata insieme a Compagnia dei Caraibi, da inizio 2023 c’è stata la possibilità di acquistare dei terreni adiacenti a quelli dello zio di Alessandro, che erano quelli di suo nonno. Lui non aveva i soldi per poterli acquistare, ma Compagnia dei Caraibi ha creduto nel progetto e ha investito costituendo con Salvano una nuova società “Have Fun”.

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ph Isotta Rosboch

I vini DWNL nascono da vigneti coltivati nel rispetto dell’ambiente, senza l'utilizzo di diserbanti e concimi chimici, la conversione al biologico è stata avviata a inizio 2023

La riflessione sul clima e sulla sostenibilità del territorio, secondo Salvano, quando si parla di vino è imprescindibile:

Sono stati commessi gravi errori nel passato, alcuni anche e spesso inconsapevoli, di coltivatori “di una volta”, che per evitare altrimenti insostenibili fatiche hanno fatto uso di diserbanti; è impensabile che, nel 2023, con le conoscenze che abbiamo, ci siano persone che continuano a farlo. Non riesco a spiegarmi il motivo, soprattutto in aree molto fortunate come queste
ci spiega Salvano

Per quanto riguarda le uve, sono fermentate e vinificate con un approccio che riporta agli scenari della Borgogna: grappolo intero, lieviti indigeni, nessuna chiarifica o filtrazione e basse quantità di solfiti. Una tecnica produttiva capace di creare vini dalla grande bevibilità, ideali per un mercato giovane.

L’ambizione è quella di cambiare i paradigmi del mondo del vino e di sperimentare un approccio innovativo in un contesto molto tradizionale come quello langarolo. Questa è l’idea che sta dietro a dwnl. Riscrivere le regole, superare i confini dei disciplinari e riportare il vino alla sua essenza originaria: quella di aggregatore sociale, di espressione pura di convivialità e condivisione

Non poche critiche sono arrivate a seguito della nascita di questo progetto:

Nutrendo una grande passione per i vini francesi vinificati a grappolo intero e ho voluto sperimentare anche io l’uso del raspo sulla produzione del Nebbiolo; per questo mi è stato detto che il mio vino sarebbe stato troppo astringente e tannico. Ma forse proprio per questo ho deciso di andare avanti in questa direzione
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ph Isotta Rosboch

Oggi DWNL è un progetto che racconta una storia dirompente, quella di come il vino debba essere cambiamento e ragionamento al di fuori di schemi prestabiliti. Lo dice l’etichetta stessa: bevi ciò che sta effettivamente nel bicchiere senza condizionamenti esterni.

Le nuove annate puntano sui classici prodotti in Langa e su qualche contaminazione internazionale: Nebbiolo, Dolcetto, Chardonnay e Pinot Nero. Il vino che più esprime l’essenza di dwnl è Outside. Un vino in commercio da questa primavera, che segue i canonici 38 mesi di affinamento previsti dal disciplinare del Barolo, e pur trovandosi appena fuori dai confini dei comuni storicamente atti alla produzione per la denominazione, non è classificabile come tale.

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In questi anni mi sono spesso chiesto se abbia ancora senso immaginare dei confini così definiti per questi territori, se le linee geografiche tracciate oltre 40 anni fa determinino davvero la qualità di un prodotto nel contesto contemporaneo
Racconta Alessandro Salvano

Outside è il vino che accompagna Alessandro dal giorno zero, il suo “Barolo fuori zona” è l’esempio tangibile dell’approccio ribelle di dwnl®: dimostrare che ciò che rende un vino di qualità non è una linea immaginaria tracciata oltre 40 anni fa, ma dare valore a un prodotto, senza considerare l’etichetta o il disciplinare. Questi confini immaginari, invariati dagli Anni ‘80, da quando è stato pubblicato il disciplinare di produzione del Barolo DOCG, hanno creato degli squilibri a livello economico e culturale a distanza di pochi metri: da un lato le vigne avevano un valore, dall’altro lato molto meno.

Vorrei che tutti i confini facessero un Outside: è semplice giudicare la fortuna di qualcuno senza provare mai a cambiarne il contesto. È rischioso sì, ma finché non ci mettiamo in gioco come possiamo saperlo?
conclude Salvano
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ph Isotta Rosboch

Una sola richiesta, quella di DWNL, a chi vi si approccia: imparare a giudicare il vino per la sua essenza, al di là delle classificazioni che lo accompagnano. Più divertente, più stimolante, e sicuramente più pop.

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