Génépy, lo spirito alpino che si fa strada nella mixology
Il Génépy, un liquore tradizionale alpino, racchiude l’essenza delle regioni montane ad alta quota delle Alpi, con forti legami culturali con territori come la Valle d’Aosta, il Piemonte e la Savoia. Il suo ingrediente principale, l’Artemisia mutellina (nota anche come Artemisia umbelliformis), è un’erba alpina che cresce nelle zone impervie e ad alta quota delle Alpi. Da secoli, viene apprezzata per le sue proprietà aromatiche e medicinali, spesso utilizzata in rimedi per favorire la digestione, alleviare i disturbi respiratori e promuovere il benessere generale. Classificata come pianta protetta nel 1928 a causa del sovrasfruttamento e del suo habitat delicato, gli agricoltori locali hanno iniziato a coltivare l’Artemisia mutellina, la specie più adattabile per una coltivazione sostenibile.
Il consumo del Génépy vanta una lunga e ricca tradizione. Inizialmente utilizzato dai montanari, che infondevano le erbe secche di Artemisia nell’alcol per creare una bevanda riscaldante e rinvigorente, ideale per affrontare i rigidi inverni alpini, il Génépy veniva anche considerato un tonico salutare, consumato dopo i pasti per favorire la digestione o offerto come rimedio per raffreddori e stanchezza.
Nel XIX secolo, la produzione del Génépy si espanse dalle famiglie alle piccole distillerie commerciali, che iniziarono a perfezionare i metodi per bilanciare la sua amarezza con una sottile dolcezza. La sua reputazione si diffuse tra i viaggiatori e gli scalatori che visitavano le Alpi, consolidando il suo status di specialità regionale. Nel tempo, il Génépy è diventato un simbolo della cultura alpina, rappresentando il legame tra le persone e l’ambiente montano.
Nel 2015, il Génépy ha ottenuto la denominazione di Indicazione Geografica Protetta (IGP), che impone che tutte le fasi della sua produzione, dalla coltivazione all’imbottigliamento, avvengano esclusivamente in Valle d’Aosta. Oggi, i produttori rispettano rigidi regolamenti per preservare la sua autenticità: il liquore deve contenere almeno 4 grammi di Artemisia secca per litro, rispettare determinati requisiti di contenuto zuccherino e alcolico, e non deve contenere additivi o aromi artificiali.
Seppur tradizionalmente consumato come digestivo, il Génépy sta sempre più trovando posto nella cultura dei cocktail moderni e sui mercati internazionali. Viene solitamente gustato liscio o con ghiaccio, ma anche i barman lo stanno integrando nei cocktail per esaltarne le caratteristiche erbacee. La sua continua rilevanza dimostra come la tradizione della Valle d’Aosta possa adattarsi alle preferenze contemporanee.
La SkyWay Cocktail Competition, che si svolge annualmente alla Skyway Monte Bianco, sottolinea l’interesse crescente nell’integrare spiriti tradizionali come il Génépy nella cultura dei cocktail contemporanei, pur rendendo omaggio alle tradizioni della Valle d’Aosta. Ogni anno, quasi 50 partecipanti si sfidano ad altitudini che vanno dai 2.173 metri del Pavillon du Mont Fréty ai 3.462 metri di Punta Helbronner. La competizione si svolge in due fasi distinte, tenendo conto dell’esperienza sensoriale alterata a queste altitudini. Un requisito fondamentale per i concorrenti è l’utilizzo del Génépy, a dimostrazione della sua versatilità e del suo valore come simbolo della cultura della regione.
Quest’anno, nella 9ª edizione della competizione, organizzata dalla Sezione ABI Professional Valle d’Aosta in collaborazione con il Centro Servizi Courmayeur (CSC), Domenico Costa è stato proclamato vincitore con il suo cocktail “Geneberryp,” composto da 30 ml di Irish Whiskey, 30 ml di Génépy, 30 ml di succo di limone fresco, 25 ml di sciroppo di agave e 25 ml di more frullate.
Abbiamo parlato con Bernardo Ferro, presidente di A.B.I. Professional e appassionato sostenitore delle tradizioni della Valle d’Aosta, che è stato anche l’ospite ufficiale della competizione. Ci ha condiviso le sue riflessioni sul presente e sul futuro del Génépy, evidenziando la sua trasformazione da classico digestivo après-ski a ingrediente fondamentale della mixology contemporanea. Ha anche sottolineato l’importanza di preservare le radici artigianali del Génépy, mettendone in luce il potenziale nel mondo dei cocktail moderni.
Come vedi l’evoluzione del Génépy?
L'evoluzione del Génépy è un esempio affascinante di come le tradizioni alpine possano adattarsi alle tendenze contemporanee. Storicamente apprezzato come simbolo dell’après-ski, legato al comfort e alla convivialità montana, il Génépy ha trovato nuova vita nel mondo della mixology.
La sua delicatezza erbacea, bilanciata e meno intensa rispetto alla Chartreuse (che, ricordo, contiene 130 erbe diverse), lo rende un ingrediente versatile per cocktail che puntano a un profilo aromatico sofisticato, ma accessibile. Con l’interesse crescente per gli spiriti artigianali e le storie autentiche che li accompagnano, il Génépy ha il potenziale di emergere come protagonista di una mixology sostenibile e radicata nel territorio. È un ponte tra passato e futuro, capace di attrarre sia gli appassionati delle tradizioni alpine che i bartender alla ricerca di ispirazione fresca e originale.
Come valuteresti l’edizione di quest’anno della Skyway Cocktail Competition?
Siamo giunti all'edizione numero 9 e devo dire che il livello dei professionisti è ogni anno maggiore. Ricette interessantissime e abbinamenti incredibili fanno sì che anche quest'anno l'edizione sia stata meravigliosa. Ci tengo a sottolineare anche il fatto che le Barladies di ABI Professional si impegnano in iniziative benefiche. Esse preparano un drink che viene offerto agli avventori, i quali fanno una donazione. L'intero ricavato viene devoluto allo IEO (Istituto Oncologico Europeo) di Milano.
Cosa pensi che il Génépy aggiunga ai cocktail come ingrediente? Quali sono le tue combinazioni preferite che includono il Génépy?
Il Génépy, un liquore tipico delle Alpi a base di erbe alpine come l'artemisia, aggiunge ai cocktail un profilo aromatico unico, erbaceo e leggermente amaro, con note floreali e balsamiche. La sua complessità lo rende un ingrediente versatile, in grado di arricchire cocktail classici o ispirarne di nuovi con un tocco montano e sofisticato. Io lo abbino volentieri (nella versione di cocktail freddi) con succo di mela, sciroppo di frutti rossi e Metodo Classico. Un grande risultato è stato ottenere uno sparkling cocktail con succo di mela limpido, sciroppo allo zafferano e uno spumante valdostano: una vera bomba! Nella versione calda, mi piace preparare un "Alpine Toddy" con Génépy, miele, spezie e una fettina di limone: un toccasana nelle fredde serate valdostane.
Come si sta posizionando il Génépy rispetto ad altri liquori iconici italiani?
Il Génépy si sta gradualmente posizionando sul mercato come un liquore distintivo e rappresentativo della tradizione alpina, grazie agli sforzi delle aziende produttrici valdostane, che puntano sulla qualità e sull’autenticità del prodotto. Rispetto ad altri liquori iconici italiani, come il Limoncello, l'Amaro o il Fernet, il Génépy si distingue per il suo profilo aromatico erbaceo e la forte connessione con il territorio montano. Tuttavia, il suo riconoscimento rimane prevalentemente locale, e per scalare le classifiche dei liquori più conosciuti e consumati è necessario un ulteriore impegno. Questo include:
- L’espansione della distribuzione oltre i confini regionali e nazionali.
- Una promozione mirata, che lo presenti non solo come digestivo tradizionale, ma anche come ingrediente versatile per cocktail moderni.
- L’educazione del pubblico sui suoi usi e sulle sue caratteristiche uniche, magari legandolo a esperienze turistiche e culturali legate alla Valle d’Aosta.
Con un piano strategico ben articolato, il Génépy ha tutte le potenzialità per diventare un liquore simbolo non solo delle Alpi, ma dell’artigianalità italiana in generale.
Sta emergendo una sua identità più forte sul mercato internazionale?
Il Génépy valdostano sta guadagnando visibilità internazionale, ma ci vorrà ancora tempo per farsi conoscere a pieno. Tuttavia, le sue caratteristiche uniche e il crescente interesse per i prodotti artigianali e regionali offrono opportunità per espandersi oltre i confini locali. Con iniziative di promozione e una forte valorizzazione della tradizione, il Génépy ha il potenziale per diventare un prodotto distintivo anche a livello globale. Siamo sulla strada giusta, ma la crescita richiede ancora tempo.
Quali sono i produttori di Génépy che consideri più interessanti e meritevoli di essere conosciuti?
Sicuramente le aziende che da anni supportano il nostro concorso. Le reputo le più importanti, non solo perché sono nostri partner, ma anche perché, sommando le loro produzioni, raggiungono oltre il 90% della produzione valdostana. Esse sono:
- Distillerie Alpe
- Distillerie Cortese
- Distillerie Saint Roch
- Distillerie Savio
- Vertosan
- Distillerie La Valdotaine
Qual è la tua opinione sulla percezione attuale del Génépy in Italia e nel mondo? Noti un interesse crescente verso i liquori a base di erbe?
Il Génépy sta iniziando a farsi conoscere sempre di più, soprattutto in Italia, dove è apprezzato come simbolo della Valle d'Aosta. Tuttavia, al di fuori della regione, la sua notorietà è ancora limitata. A livello internazionale, il Génépy è meno conosciuto, ma ha sicuramente un potenziale di crescita, soprattutto tra gli appassionati di liquori artigianali e di qualità.
Per quanto riguarda l'interesse per i liquori a base di erbe, sì, si nota un trend crescente, con una maggiore attenzione verso prodotti naturali e legati alla tradizione. I consumatori sono sempre più attratti da liquori che raccontano una storia e che sono distintivi nelle loro caratteristiche.
Come valuteresti le possibilità di ottenere una certificazione DOP per il liquore Génépy?
Ottenere una certificazione DOP per il liquore Génépy sarebbe un passo significativo, ma già i produttori valdostani hanno fatto un primo passo importante con l'identificazione del "Génépy Valle d'Aosta" come IG (Indicazione Geografica). Questo riconoscimento già conferisce al prodotto un legame ufficiale con il territorio e ne tutela l'origine, anche se la DOP andrebbe a un livello più alto, con requisiti più rigorosi riguardo alla produzione e alla qualità.
- Tradizione e legame territoriale: Il Génépy ha una forte connessione con la Valle d’Aosta, e il riconoscimento IG ha già dimostrato che esiste un legame stretto tra il prodotto e il territorio, un requisito fondamentale per la DOP.
- Normative e requisiti: La certificazione DOP richiede una maggiore regolamentazione rispetto all'IG, con precise norme sul metodo di produzione, le materie prime e l'area di produzione.
- Supporto da parte dei produttori locali: Il riconoscimento IG ha già coinvolto i produttori valdostani in un processo di unificazione e standardizzazione, facilitando ulteriormente il percorso verso una possibile certificazione DOP.
In sintesi, sebbene il Génépy abbia già un riconoscimento importante come IG, la certificazione DOP potrebbe essere un ulteriore passo per consolidare la sua posizione come prodotto di eccellenza. La strada è già tracciata, ma il processo richiede impegno continuo da parte di tutti i produttori locali.