Junky Bites: la guerra dei biscotti

Lotta fra titani: Pan di stelle biscocrema vs Nutella biscuits.

Junky Bites: la guerra dei biscotti - 1

Junk food, locuzione teorizzata per la prima volta dal microbiologo statunitense Michael Johann Jacobson nel lontano 1951: grasso, malsano, zuccheroso, per niente nutriente e possibilmente cheep. In pratica incarna il male della categoria alimentare: orrore dei salutisti di sani principi e incubo di dietologi e nutrizionisti di tutto il mondo...

Eppure sotto sotto, in segreto e lontano da occhi giudicanti e indiscreti, lo amiamo tutti; senza distinzioni di razza, età e classi sociali, il junk food è incredibilmente democratico e, infondo, non è forse vero che ciascuno di noi merita qualche porcheria che scaldi il cuore?

Bene, in questo irriverente e alimentarmente scorretto viaggio saremo le vostre guide, dunque rimandate le analisi del sangue, rinchiudete a doppia mandata la bilancia in un antro oscuro della casa e abbandonatevi ai nostri osceni consigli culinari, insomma slacciate la cintura che si parte…

Come promesso partiamo col botto, anche glicemico. 

Lotta fra Titani: Pan di stelle Biscocrema vs Nutella Biscuits.

Breve riepilogo L’anno scorso la Ferrero, azienda madre della celeberrima Nutella® e leader mondiale degli snack dolci, decide di sfidare il colosso Mulino Bianco entrando a gamba tesa nel mondo “biscotti” dove quest’ultima è da sempre regina indiscussa. Ci sarà riuscita?

Nutella biscuits

La dolce ossessione del 2019.

Al lancio già pressoché introvabili sugli scaffali, frutto di 10 anni di lavoro e 120 milioni di euro in ricerca e sviluppo, sono diventati in men che non si dica un fenomeno sociale e soprattutto social…talmente hype che pure il Matteone nazionale, già controverso ambasciatore, nel bene e nel male, della Nutella nel Mondo (vedasi la strampalata quanto patriottica polemica sulle nocciole italiane vs turche) non appena capito che facevano tendenza, ha appeso per un attimo al chiodo il rosario per regalarci un selfone super instagrammabile con i Nutella B. in primo piano. Di lì a poco c’ha provato pure l’altro Matteo, quello un po’ meno felicemente social, a scopiazzare il leader leghista, lanciando persino l’ashtag supertrandy “#tantaroba” per celebrare il neonato biscotto.

Testimonial imprevisti (più o meno convincenti) a parte, questi piccoli e innocenti frollini farciti di Nutella sono stati in grado di far schizzare il fatturato della Ferrero. Usciti sul mercato a fine 2019, nelle prime 3 settimane hanno fatto guadagnare al colosso dolciario 8 milioni di euro grazie a una vendita di ben 57 milioni di pezzi. Un successo incredibile. 

Ma sono davvero #tantaroba? Ora lo scopriremo insieme.

Packaging. Divertente. Spicca decisamente fra i dolciumi proposti negli scaffali. Sarà la scritta a lettere cubitali NUTELLA, sarà il formato a sacchetto morbido, sarà il sistema salva freschezza richiudibile (poca plastica tanta praticità), saranno i colori iper saturi della foto del biscotto a farcelo sembrare deliziosamente pop, ma a noi ci piace subito. E pure parecchio.

Assaggio visivo. Si presentano belli tozzi e di sostanza, dorati come ogni biscotto che si rispetti deve essere. Sono leggermente irregolari, con qualche piccola crepa così da richiamare, sapientemente, un’ imperfezione casereccia. Appena li prendi in mano ti viene subito voglia di inzupparli in una bella tazza di latte, superano quindi a pieni voti il primo e fondamentale test: “biscotto con senso”.

Assaggio al palato. La Magna frolla. Sì, al primo (e tendenzialmente sufficiente per finirlo) morso il sapore che impera è quello della frolla. Incontrastata. E qua veniamo al punto “dolente”. Sì, la frolla è una buona frolla, friabile (sarà l’olio di palma?), burrosa, croccante e leggermente salata: un piccolo miracolo se si pensa alla sua provenienza industriale; c’è anche la dolce e appagante morbidezza della Nutella che, diciamolo senza paura, è distribuita con parsimonia (forse un po’ troppa). E quindi dove sta il problema? il problema è che non c’è altro. Nessuna sorpresa, nessun brio…sono esattamente quello che ti aspetti, dei banalissimi biscotti con la Nutella. #noncosìtantaroba Mattè.

Sunto: Bilanciati, dolci, friabili. Classici frollini con ripieno (parsimonioso) di Nutella. Hanno scelto la via sicura del classico, senza sforzarsi o rischiare troppo.

Ci sono piaciuti? Sì. Ci hanno emozionato? No.

In definitiva buoni ma niente di eccezionale. Forse ci aspettavamo di più visto l’incredibile successo commerciale che al palato non trova, purtroppo, un effettivo riscontro. 

Voto 6 1/2. Timidi, si poteva e doveva osare di più. 

Junky Bites: la guerra dei biscotti

Veniamo ora al competitor.

Pan di stelle Biscocrema

La risposta della Mulino in questa spietata battaglia zuccherosa non si è fatta attendere e appena due mesi dopo, il 13 gennaio 2020, sono stati presentati i Biscocrema. 

Packaging. Eccheppalle. Già dalla confezione (almeno quella da noi acquistata, pare ce ne siano diverse versioni) strizza l’occhio alla sua fedele platea commerciale: la sacra famiglia. Bambini che corrono spensierati su sfondo marroncino...un quadretto trito e ritrito (e pure vagamente discriminatorio nei confronti dei single e dei senza prole in generale). Apriamo una beve parentesi polemica sulla questione: avremo mai anche noi l’onore di essere rappresentati in qualche pubblicità della Mulino o siamo buttati nel mucchio di quelli vagamente ossessivi compulsivi che toccano le gobbe ai plumcake?. Uno a zero per Ferrero. 

Il gioioso Mulino non demorde e tenta di recuperare con una dichiarazione che più che altro sa di stilettata al cuore nutelloso della Ferrero: affianco al disegnino dei bimbi spensierati campeggia orgogliosa la scritta “SENZA OLIO DI PALMA” (leggasi “perchéé alla salute dei vostri pargoli ruspanti NOI – invece - ci teniamo. Tiè”). Furbacchioni. 

Ci tengono un po’ meno all’ambiente visto che, oltre alla confezione di plastica, i biscotti sono, a coppia, avvolti in una seconda confezione di plastica: plastica, plastica, plastica ovunque.

Assaggio visivo. Belli, eleganti e perfettamente rotondi; divertente il contrasto cromatico fra il disco di cioccolata al latte posto a copertura del biscotto e la stella di cioccolato bianco, tratto distintivo dei biscotti Pan di Stelle classici, saggiamente richiamato. 

Assaggio al palato. Colpisce positivamente la diversa consistenza degli ingredienti: frolla al cacao ben strutturata, crema setosa al cacao piacevole e oggettivamente di qualità superiore rispetto alla Nutella, divertente e inaspettata la croccantezza del dischetto di cioccolato. 

Sunto: un esplosione di cacao. Dolcissimi, forse un po’ stucchevoli ed esageratamente cioccolatosi. Adottando una strategia opposta a quella della Ferrero, con i Biscocrema il Mulino ha voluto strafare cercando di conquistarci con un overdose di cioccolato che ci viene presentato in tutte le varianti: biscotto, crema e cioccolatino. In definitiva mi sento di consigliarli, non solo - sia chiaro - ma soprattutto, ai cioccodipendenti. 

Voto 7. Vale la lezione del celebre maestro dell’architettura Ludwig Mies van der Rohe: “less is more” … anche se in questo caso è comunque “enough” per vincere, senza gloria s’intende, la sfida lanciata dal competitor Ferrero. Della serie “ poco se mi considero, tanto se mi confronto”.

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I nostri indicatori.

Libidinosa grassezza:
Pan di stelle 1 - Nutella biscuits 0

Minor senso di colpa serpeggiante:
Nutella biscuits 1 - Pan di stelle 0
(in realtà è tutta un’illusione visiva, caloricamente parlando sono più meno allo stesso livello, ma il Nutella al palato sembra più light)

Livello consolatorio:
Pan di stelle 1 - Nutella biscuits 0

Dipendenza blasfema (ovvero “non avrò altro biscotto al di fuori di te”):
NESSUNO DEI DUE.

Dunque, Mulino Bianco, pur con un prodotto ben lungi dall’essere perfetto, vince e si conferma la Regina dei biscotti. Peccato Ferrero, sarà per la prossima, dopotutto hai perso una battaglia, e la guerra, speriamo, sarà ancora lunga.

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