La Firenze del bere tra antichi caffè e bar ultramoderni
Si è conclusa la sesta edizione della sesta edizione della Florence Cocktail Week. Quest’anno siamo andati, come media partner e abbiamo goduto di un’hospitality a 360 gradi della città.
La bellezza senza tempo dell’Atrium Bar al Four Seasons, il miracolo jungle minimalista del Locale. Firenze e la sua sfera cocktail ha più anime, nette e tutte funzionanti in un cosmo che è il parco giochi per chi ama il bere miscelato.
Si è appena conclusa la Florence Cocktail Week, la sesta edizione. Una cocktail week che non si fatica a inquadrare come la migliore manifestazione di mixology italiana e tra le migliori in Europa. Paola Mencarelli e il suo team in una manciata d’anni sono riusciti a far confluire il meglio dei bartender mondiali e lasciarli incantati, incatenati a una città che sa perfettamente come coccolarti.
Perché, però, proprio Firenze è il teatro perfetto per una cocktail week?
Le risposte sono tante (la bellezza, la facilità di attraversarla a piedi, la qualità), ma il volere è di focalizzarci su un aspetto fondamentale, anzi due. Qui convivono l’anima storica del bere italiano e l’ultramodernismo del bere internazionale in perfetta armonia. La seconda è che, quest’armonia, è costruita su anni di vera aggregazione di bartender e locali, che si spalleggiano e lavorano come un’unica, grande, famiglia. Siamo abituati ad avere sulla bocca i nomi di Roma e Milano, ma Firenze non scherza. Affatto. E parte della sua riuscita è, appunto, quella di essere uno storico ritrovo di caffè, da sempre dinamico.
E ora un po’ di storia. La storia di come Firenze sia diventata già dai primi tempi dell’Unità d’Italia, tra i principali luoghi del bere della Penisola.
1865. L’Italia è fatta da giusto quattro anni. Garibaldi, partito coi suoi mille ha unificato quasi tutta l’Italia e l’ha consegnata chiavi in mano al re Vittorio Emanuele. Torino diventa capitale, ma presto capiscono che non è la mossa giusta di tenere capitale una città al nord. Non essendoci a disposizione Roma, ancora sotto il dominio papale, Firenze diventa Capitale d’Italia nel 1865. E Firenze cambia. Cambia proprio il suo aspetto: le strade strette del centro vengono distrutte per farne piazze. Aria, larghezza, modernità. E cosa ci si mette in piazze larghe? Esattamente: i caffè.
Gli intellettuali del tempo parlavano di arte, letteratura e politica nella città di Dante, ormai affacciata sulla modernità, sorseggiando i vermouth che venivano dall’uso torinese.