Happy World Bee Day! - Giornata mondiale delle api
Che mondo sarebbe senza le api?
Quando viene proclamata una nuova giornata mondiale non è mai un buon segno. Nate con il lodevole obiettivo di sensibilizzare governi e cittadini su tematiche specifiche e di spronare a condotte migliori, queste ricorrenze rivelano anche il lato oscuro dell’agire umano: riportano alla memoria eventi drammatici - con il sotteso monito a non commettere in futuro i medesimi errori - e ci presentano il conto delle nefandezze compiute, ricordandoci ancora una volta che i principali responsabili delle catastrofi umanitarie e ambientali che ci affliggono spesso siamo proprio noi.
Prendiamo ad esempio la Giornata Mondiale delle Api. Se avessero continuato a svolazzare gaie e indisturbate tra frutteti e campi in fiore, probabilmente neanche esisterebbe. Il fatto è che le api e più in generale gli insetti impollinatori non se la passano tanto bene. Negli ultimi anni si è infatti registrato un loro declino in termini di abbondanza, diversità e stato di salute.
Sebbene non siano disponibili dati certi per quantificare l’entità del danno, l’Unione Mondiale per la Conservazione della Natura (IUCN) stima che in Europa il 37% delle popolazioni di api stia diminuendo drasticamente e più in generale che quasi la metà delle specie di insetti sia in grave declino e che un terzo sia in pericolo di estinzione. Tutto ciò è allarmante perché le api non sono l’unico insetto impollinatore: anche farfalle, sirfidi, coccinelle, maggiolini e scarabei e i parenti stretti delle api come i bombi e le vespe contribuiscono all’impollinazione di circa l’80% delle oltre 200 specie di colture agrarie coltivate in Europa. Alle api selvatiche (la maggior parte) e a quelle di allevamento (come la celebre Apis mellifera, che da secoli ci permette di portare sulle nostre tavole miele, propoli e pappa reale) si attribuisce tuttavia circa il 70% dell’impollinazione di tutte le specie vegetali viventi sul pianeta.
Ciò significa che se le api dovessero sparire del tutto moltissime specie di piante si estinguerebbero, con conseguenze terribili per la salute degli ecosistemi e serie minacce alla nostra stessa esistenza. Oltre i 3/4 delle colture agricole che sono alla base della nostra alimentazione dipendono infatti dall’impollinazione entomofila. Ad eccezione delle graminacee e di poche altre categorie di vegetali che non necessitano della mediazione animale per riprodursi, in assenza di impollinatori la nostra dieta sarebbe priva di moltissime varietà di frutti e ortaggi. Questo si tradurrebbe in una grave perdita di quei nutrienti essenziali, come i minerali e alcuni tipi di vitamine, che derivano esclusivamente da fonti alimentari. E che dire di tutte quelle specie vegetali che costituiscono foraggio e mangime per il bestiame? Alla crisi del settore agricolo seguirebbe quella degli allevamenti, con ulteriori danni alla stabilità e alla sicurezza dei nostri sistemi alimentari.
Ma l’importanza delle api non finisce qui. Attraverso i meccanismi di impollinazione esse svolgono un fondamentale servizio di regolazione degli ecosistemi da cui dipende la salvaguardia della biodiversità, presupposto necessario alla sopravvivenza stessa delle api e di tutti gli organismi vegetali e animali che a esse sono legate da rapporti di reciproca dipendenza. In qualità di impollinatori infatti le api permettono l’esistenza di una ricca comunità di piante, le quali a loro volta costituiscono l’habitat naturale e la base alimentare di altre specie animali. Inoltre, in qualità di preda per altri insetti e animali insettivori, le api sono parte integrante di un delicato sistema trofico e la loro scomparsa avrebbe ripercussioni tali da compromettere gli equilibri e l’integrità degli ecosistemi da esse regolati.
Come sappiamo le api si nutrono del nettare dei fiori, per procacciare il quale si allontanano anche diversi chilometri dall’alveare, entrando non di rado in contatto con molteplici sostante potenzialmente nocive che non solo possono causarne la morte ma finiscono anche per essere immagazzinate nei prodotti apistici. Il monitoraggio costante dell’attività delle api e del loro stato di salute può restituire dati importanti sul grado di inquinamento ambientale, per questo motivo esse sono considerate degli ottimi indicatori biologici.
La diffusione nell’ambiente di sostanze chimiche potenzialmente dannose per la sopravvivenza delle api è purtroppo uno dei principali motivi che ne stanno causando una preoccupante diminuzione. Le sostante incriminate sono soprattutto gli insetticidi, impiegati sia dagli apicoltori per proteggere le colonie dall’attacco di patogeni e parassiti, sia dagli agricoltori per garantire una maggiore produttività dei raccolti. A ciò si devono aggiungere il degrado e la frammentazione degli habitat naturali conseguenti alle attività antropiche, quali la crescente urbanizzazione e lo sfruttamento dei suoli per le monocolture intensive. Come non citare poi i cambiamenti climatici e più in generale la crisi ecologica, di cui il declino degli impollinatori è solo uno dei tanti risvolti.
A conclusione di questa breve panoramica non possiamo non riflette sulla profonda contraddizione che caratterizza la relazione tra gli esseri umani e le api. Se da un lato continuiamo ad affidarci a questi straordinari insetti per i loro servizi di impollinazione, dall’altro la volontà di massimizzare a ogni costo la produttività e i profitti agricoli sta generando ripercussioni negative sulla loro sopravvivenza e su quella di tutti gli altri impollinatori, minacciando in sostanza le basi stesse dell’agricoltura.
La buona notizia è che siamo ancora in tempo per salvare le api, a patto di agire concretamente e tempestivamente per invertire la rotta della crisi ecologica. A tal fine urge ridurre significativamente l’uso dei pesticidi e progettare sistemi agricoli più sostenibili, che siano in grado di soddisfare le attuali e future esigenze alimentare e al contempo di garantire la conservazione e il ripristino degli ecosistemi.
Anche noi, nel nostro piccolo, possiamo fare qualcosa per prenderci cura delle api, a partire dall’acquisto di miele e prodotti apistici da quegli allevatori che praticano un’apicoltura il più possibile naturale e sostenibile. In campagna ma sopratutto in città, gli insetti impollinatori amano i fiori selvatici, perciò lasciamoli crescere spontaneamente nei nostri giardini e nelle fioriere di terrazzi e balconi. A chi invece ama il giardinaggio consigliamo di seminare a scopo ornamentale piante mellifere e di costruire delle casette-nido per le api. Non meno importante è la partecipazione a progetti di volontariato e più in generale a qualsiasi iniziativa volta a contribuire alla diffusione di una cultura della consapevolezza, come nel più autentico spirito delle giornate mondiali.