Jeanne e Matteo: a Love Story

Hanno ritrovato insieme il sapore della vita, quello vero. Ci hanno raccontato il loro mondo, fatto di un cibo pieno di emozioni e attenzioni quotidiane.

Quella di Jeanne e Matteo è una storia d’amore. In tutti i sensi. L’amore che lega un uomo e una donna, l’amore per la loro figlia Lulù, l’amore per la vita, l’amore per la natura, l’amore per le cose vere e autentiche, l’amore per l’avventura, l’amore per i rapporti profondi.

Matteo, bolognese, si trasferisce in Inghilterra e si appassiona da subito al food&beverage, senza mai abbandonare la passione per l’arte visiva che, dice, lo ha sempre aiutato nel lavoro prima di bar manager a “Trullo”, dove si è occupato della lista dei vini, e successivamente come general manager a “Primeur”, ristornate in cui ha scoperto l’importanza della relazione tra gli chef e i produttori locali. Qui, infatti, il menù veniva ripensato ogni mattina in base ai prodotti disponibili. “Vivevo una vita stimolante: musei, concerti, amici, buone bottiglie. Amavo il mio lavoro, ma sentivo che mi mancava qualcosa. Jeanne mi ha dato la voglia di perdermi ancora, di tornare a viaggiare, di sognare di poter diventare uno di quegli agricoltori che ho sempre ammirato”.

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Jeanne, canadese, alterna gli studi teatrali e antropologici all’università con i tanti viaggi, la maggior parte da sola e soprattutto in India e in Medio Oriente. Nel 2015 decide di tornare in Italia, dove aveva già vissuto. “Quando sono tornata l’ho fatto per andare a lavorare in Piemonte, con Stefano Bellotti, per me un grande personaggio, leggenda e pioniere del vino naturale e della biodinamica in Italia. Con lui ho imparato le vere regole della creazione di un vino vivo e sano, tante cose sulla vita contadina e sul rispetto del cosmo e dei ritmi della natura”. Jeanne conosce tante persone interessanti e continua a viaggiare per lavoro. Ed è proprio ad una fiera del vino a Londra che incontra Matteo. E’ amore a prima vista.

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Passano un anno di relazione a distanza, lui a Londra, lei in Piemonte, finché non decidono di partire per la Slovenia con l’idea di fare il loro vino: “Siamo capitati qua, in Slovenia, perché quando ci siamo conosciuti abbiamo voluto creare qualcosa di nostro in un luogo che non era familiare a nessuno dei due. Volevamo costruirlo insieme, partendo dal zero, ovviamente ognuno con le proprie esperienze passate, ma scoprendo e studiando ogni giorno il paesaggio, i suoi doni, i suoi bisogni e caratteristiche”.

Jeanne e Matteo vogliono vivere il più vicino possibile alla natura, all’aria aperta e in armonia con gli elementi che li hanno portati a fare determinate scelte. E lo hanno fatto con un appezzamento di terra sulle colline di Srednje, a pochi chilometri dal confine italiano. “L’importanza di mangiare bene, fresco e sano, era per noi primordiale. Contrariamente a quello che si può pensare, in campagna è spesso difficile trovare cibo di qualità se non lo produci a casa. Abbiamo iniziato a fare vino, l'orto, poi formaggi, yogurt, pasta, pane per la nostra famiglia. La scelta di farne il nostro mestiere era semplicemente l'opzione più significativa, il gesto più tangibile per rispettare la nostra integrità, la nostra idea di un mondo migliore. L'agricoltura ci sembra essere il giusto connubio tra espressione artistica e impegno politico. Pensiamo che il cibo di cui ci nutriamo deve essere pieno di emozione, sentimenti, bellezza. Sapori e vita per dare felicità e per aprire le coscienze e il cuore di quelli che lo mangiano”.

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