In Venezuela si mangia una torta al sapore di libertà
Il 24 giugno in Venezuela è l’Anniversario della battaglia di Carabobo, uno dei principali scontri delle Guerre di Indipendenza ispanoamericane, che nel 1821 portò l'esercito indipendentista venezuelano contro l'esercito reale spagnolo. Ma non siamo qui per parlarvi di guerre e battaglia, quanto per raccontarvi la storia di Maria e Juan e di quello che hanno creato durante il regime in Venezuela, in particolare della loro Torta Ribelle. Perché la Torta Ribelle di Maria e Juan Carlos racconta una storia di amore e riscatto, una storia profondamente, poeticamente latino-americana.
Il Venezuela, infatti, come tutta l’America Latina, sa bene che bisogna fare di vizi di forma virtù. Creare con quello che si ha, crescere e prosperare su terreni a volte ostili. La Torta Ribelle è un piatto simbolo di chi ha attraversato momenti difficili senza perdere la gioia, l’immaginazione e la voglia di un futuro migliore. Un po’ come tutto il popolo venezuelano, che già nell’800 si è liberato dall’oppressore (in quel caso il colonialismo spagnolo) e che oggi, ogni giorno, combatte per un futuro libero dal regime e dalla crisi economica.
La crisi in Venezuela
Maria non usa mezzi termini quando racconta la crisi del suo Paese: «la dittatura è iniziata nel 1998, con l’elezione di Chavez». Elezione a furor di popolo di un personaggio che si proponeva come un eroe, quello che doveva essere un liberatore e che finì poi per spingere il Venezuela sulla china scivolosa del totalitarismo e nel baratro della crisi economica.
«Chavez muore nel 2013, il 5 marzo. Il vicepresidente Maduro diventa presidente della repubblica». Maria parla della crisi nazionale con poche, dure parole. «Mancava energia, medicine, cibo. Inizia la scarsità». E con la scarsità cresce chiaramente il mercato nero. Il panico di vedere triplicato da un giorno all’altro il prezzo di prodotti di prima necessità. I razionamenti, le code infinite per un pacco di farina.
Come sempre accade di fronte a una crisi profonda, il popolo venezuelano si frammenta: tra chi sostiene il governo e chi vorrebbe scappare o è già scappato, tra ricchi e poveri, tra governo, popolo ed esercito.
Tutti gli anni però, il 24 giugno, le divisioni passano in secondo piano per qualche ora e il Paese si fa uno, per festeggiare la vittoria sugli spagnoli nella battaglia di Carabobo del 1821. Quel giorno di inizio estate, che ancora profuma di primavera, è come un memorandum: liberarsi dall’oppressione è possibile. Un futuro migliore è possibile. Primavera, da sempre simbolo di rinascita e vita nuova. Sono infatti i profumi e i frutti della primavera che hanno ispirato la Torta Ribelle della nostra Maria.
Maria e Juan Carlos
Maria nasce e cresce in Venezuela, a Valencia, proprio nella regione di Carabobo. Inizialmente il suo mondo non è la cucina, infatti si laurea in grafica, finché non incontra Juan Carlos, il suo attuale marito, che le trasmette tutta la sua passione per il cibo. Da questo momento in poi Maria inizia a sperimentare di tutto in cucina, in particolare i dolci, tant’è che nel 2012 decidono di aprire un’attività insieme, un locale che unisca le loro abilità e specialità: panetteria e pasticceria. È così che nasce Panes Y Chocolates, aperto fino al 2014 quando il regime li costringe a lasciare il loro Paese. Decidono di trasferirsi in Italia, prima in Emilia, poi a Milano, dove Maria inizia a lavorare per Cuochi a Colori di Chico Mendes, un servizio di catering per privati e aziende dove cucina e racconta piatti venezuelani. Attualmente lavora ancora per loro, occupandosi principalmente di grafica e comunicazione. Parallelamente porta avanti la sua passione per la musica, insieme a Juan Carlos, con la band Migrasound.
Maria è una creativa, tanto nella vita, quanto in cucina, per cui nel tempo libero crea delle marionette, disegna grembiuli fatti a mano e si occupa del suo profilo Instagram Gurrufio Bakery in cui comunica quello che prepara in cucina, come la sua Torta Ribelle.
La Torta Ribelle
Torniamo a quel cupo 2014. Un periodo che nessuno dei due chiaramente ricorda con piacere. Il sorriso di Maria è una luce costante, non si spegne nemmeno quando parla di quei momenti, ma si tinge di una profonda amarezza. È proprio in quel periodo però che sboccia il seme dell’innovazione nella cucina di Maria. Posta davanti alla mancanza di beni di prima necessità, come burro e latte, decide di non arrendersi e di trovare una soluzione per continuare a credere nella sua passione per la cucina. Gli ingredienti mancanti si possono sostituire. Chi meglio di una creativa come Maria per lasciar volare l’immaginazione e trovare soluzioni alternative in cucina? Così, tra le varie sperimentazioni, nasce una torta vegana per sbaglio, o meglio, vegana per necessità, per scarsità. Un piatto è un insieme di equilibri e di elementi bilanciati che, se padroneggiato, può aprirsi all’innovazione. Ecco che nella Torta Ribelle scompare il burro e appaiono i datteri e la frutta secca. Maria usa la frutta fresca che trova, quindi mango, limone, arancia, ananas… Crea così una crostata che parla della sua terra, ma che nasce per adattarsi a qualsiasi situazione, per non rinunciare a un momento di amore che solo una crostata alla frutta sa regalare.
Quando Maria e Juan si trasferiscono in Italia chiaramente cambiano anche gli ingredienti a disposizione. Niente mango? Ci mettiamo i frutti di bosco. Una buona ricetta si apre a essere interpretata, a seconda delle stagioni la Torta Ribelle può cambiare, assumere colori e aromi diversi. Come una donna ribelle che sa utilizzare ciò che la vita le mette a disposizione per dar voce alla sua anima. Nella Torta o Crostata Ribelle, c’è un altro elemento simbolico fondamentale: il mais. In questo caso l’amido di mais, anche detto maizena. Il mais è un alimento fondamentale nella dieta delle popolazioni latinoamericane sin dall’epoca precolombiana. Simbolo di vita e prosperità, non poteva mancare nella ricetta di Maria.
Tra le varie attività Maria e Juan portano la loro cucina anche tra le mura del Laboratorio di Antropologia del cibo. Ogni volta che Maria porta in tavola la Torta Ribelle gli ospiti non riescono a trattenere un sobbalzo di gioia e il suo sorriso risplende più che mai, si riflette negli occhi pieni d’amore di Juan e riempie di speranza il cuore di tutti. Ed è con questa immagine che vi diamo la sua ricetta.
La ricetta della Torta Ribelle
La ricetta che segue può essere realizzata con i frutti di stagione che si hanno a disposizione. Le dosi sono per una persona, basterà moltiplicare le dosi per il numero dei commensali.
Ingredienti
10g datteri
14g farina d’avena
22g frutti secchi (a gusto, ad esempio mandorle, noci e nocciole)
9ml olio extravergine di oliva o di cocco
33ml latte di cocco
31g frutta di stagione
1,5g zucchero
25ml acqua
2,5g agar agar
3g maizena
Procedimento
Base: Aprire i datteri e togliere il seme. In una planetaria incorporare la farina di avena, la metà dei frutti secchi, l’olio e i datteri fino ad avere una consistenza morbida e uniforme. Infornare in una teglia per crostate per circa 10 minuti.
Crema: In un frullatore incorporare l’altra metà di frutti secchi, il latte di cocco, la frutta fresca, l’acqua, lo zucchero, l’agar agar e la maizena. Frullare e poi cucinare a fuoco basso fino ad ebollizione. Lasciare riposare e poi incorporare alla base previamente infornata.
Refrigerare per non meno di 5 ore. Decorare a gusto.
Ogni boccone della Torta Ribelle sarà pieno d’amore e di voglia di riscatto, come il sorriso di Maria.