Le migrazioni e l'imbroglio Mediterraneo
Le migrazioni, come brillantemente evidenziato da Luca Ciabarri nel suo libro 'L'Imbroglio Mediterraneo', non costituiscono di per sé un'illecita violazione di legge, ma piuttosto sono state soggette a un processo di illegalizzazione orchestrato da un sistema normativo che restringe severamente i parametri e le condizioni per accedere alla protezione, mentre erige barriere, sia fisiche che giuridiche, che separano le persone dai loro diritti fondamentali. Tale sistema non solo ostacola l'accoglienza di coloro che cercano un'esistenza migliore, ma etichetta come criminali coloro che, spinti da eventi climatici estremi o dalla ricerca di opportunità, cercano un rifugio sicuro oltre i confini geografici imposti.
La crisi climatica ha dato origine a una nuova categoria di migranti: i migranti climatici. Queste persone sono costrette a lasciare le loro terre d'origine a causa di fenomeni meteorologici estremi, siccità, innalzamento del livello del mare e altri effetti derivanti dal cambiamento climatico.
Tuttavia, non esiste ancora un quadro giuridico internazionale che riconosca lo status di migrante climatico e garantisca una protezione legale e un'assistenza adeguata a queste persone, che si trovano in una condizione estremamente vulnerabile.
L'accesso all'acqua come bene primario per la vita umana, rappresenta un aspetto cruciale legato alla migrazione. Spesso, i movimenti migratori sono scatenati dalla scarsità d'acqua o dalla sua contaminazione, costringendo le persone a fuggire verso luoghi dove le risorse idriche sono più abbondanti. Questa situazione sottolinea l'importanza di garantire un accesso equo e sostenibile all'acqua, così come ad altri beni primari, per tutte le persone, indipendentemente dalla loro origine geografica.
La propaganda anti-immigrazione, diffusa da alcuni settori politici e mediatici, alimenta una percezione negativa dei migranti, creando un clima di paura e ostilità. Tuttavia, è importante notare che ci sono stati casi in cui le nazioni hanno risposto con efficacia e umanità alle crisi migratorie. Ad esempio, l'Italia e diversi altri paesi hanno accolto migliaia di rifugiati provenienti dalla guerra in Ucraina, dimostrando che è possibile adottare misure di accoglienza e solidarietà quando c'è la volontà politica di farlo.
Infine, è imperativo ricordare che i diritti umani sono universali e inalienabili. Ignorare le sofferenze dei migranti equivale a negare la nostra stessa umanità. È quindi essenziale riconoscere la dignità e i diritti di tutti gli esseri umani, indipendentemente dalla loro provenienza o condizione sociale. Le politiche europee sulla migrazione hanno trasformato il Mediterraneo in uno "spazio di morte e conflitto", come messo in luce nel libro di Ciabarri. Questo scenario sottolinea l'importanza di adottare un approccio basato sui diritti umani alla migrazione anziché sulla criminalizzazione delle persone in movimento.
Il testo propone una riflessione sulla terminologia utilizzata nel dibattito sulla migrazione, suggerendo di adottare il termine "migrazioni illegalizzate" anziché "migrazione illegali", al fine di riconoscere le restrizioni legali imposte e evitare la stigmatizzazione delle persone coinvolte. La definizione legale della mobilità, regolare e irregolare, riveste un'importanza cruciale per l'accesso ai diritti e alla protezione. Tuttavia, queste categorie sono spesso influenzate dalle politiche statali e possono portare a discriminazioni e sfruttamento delle persone in movimento. Bisogna denunciare aspramente l'approccio dell'Unione Europea nei confronti dei rifugiati, che tende a ridurli a un "problema del Terzo Mondo". Tale visione non solo contraddice il diritto internazionale sui rifugiati e i diritti umani, ma comporta anche obblighi legali - dettati dai trattati internazionali - e morali di proteggere la dignità e i diritti di tutte le persone, indipendentemente dalla loro provenienza. Le politiche conservative hanno spesso strumentalizzato la questione della migrazione per perseguire obiettivi politici e di contenimento, alimentando così la stigmatizzazione dei migranti e l'erosione dei loro diritti. Affrontare questa sfida richiede un approccio multifunzionale che includa misure educative, informative e di tutela legale per garantire il rispetto dei diritti umani e la dignità di tutti gli individui.