Nella città che ha dato i natali al sommo poeta, lungo la riva placida del Lungarno Cellini, dove un tempo sorgeva La Bottega del Buon Caffè, oggi c'è Saporium, un faro luminoso nella scena gastronomica fiorentina.
Dopo neanche un anno dalla sua apertura, ha già conquistato un macaron Michelin e la stella verde, portando con sé la filosofia e l'alta cucina di Borgo Santo Pietro a Chiusdino, interpretate sapientemente dall'executive Chef Ariel Hagen.
Ariel, classe 1993 e allievo di maestri come Norbert Niederkofler e Gaetano Trovato, dirige una brigata di cuochi impegnati nel creare un viaggio sensoriale inaspettato.
Attraverso il concetto terra-piatto di Borgo Santo Pietro, Saporium si distingue per l'uso sapiente dei prodotti provenienti dalla tenuta e dagli orti rigenerativi di Chiusdino.
Il nome Saporium, dall'etimologia latina che unisce il termine "gusto" a un "luogo specifico", rivela l'essenza di questo ristorante come un tempio del sapore. Qui, si celebrano i rituali che iniziano con la raccolta degli ingredienti e culminano nella realizzazione di piatti che sembrano delle opere d'arte, in cui emergono maestria e dedizione della brigata.
Ogni elemento è frutto di un processo produttivo attento e rispettoso dell'ambiente, seguendo scrupolosamente principi sostenibili e anti-spreco. Ogni singolo ingrediente segue un percorso che va "dalla terra al piatto", adottando pratiche virtuose e un autentico spirito improntato al rispetto per la natura. Nel cuore di questo progetto gastronomico (e non), ideato da Claus e Jeanette Thottrup, una coppia danese che ha dato vita a Borgo Santo Pietro oltre vent'anni fa, la vera protagonista è Madre Natura. Questa inedita realtà si sviluppa intorno a un profondo rispetto per l'ambiente, trasformando il concetto di gastronomia in un'esperienza che abbraccia non solo il palato, ma anche la sostenibilità e l'armonia con l'intorno.
Oltre all’hotel di Chiusdino, all’interno della proprietà Claus e Jeanette Thottrup hanno creato una scuola di cucina, una fattoria biologica, un caseificio, un laboratorio di prodotti cosmetici ed una spa. E da quest'anno, hanno voluto portare a Firenze un luogo dove l'alta cucina incontra l'eleganza italiana e sposa perfettamente con il concetto di hygge.
Il menu di Saporium, creato seguendo il principio della stagione che non c'è, un concetto che sottolinea l'importanza di fare scelte consapevoli, si basa su ingredienti provenienti da fonti sostenibili e trattati con rispetto.
La stagione che non c'è, perchè? La natura segue il suo corso e non è lei ad assecondare le richieste dello chef, ma al contrario, viene assecondata in tutta la costruzione del menù, in base a ciò che in quel momento ha da offrire, tenendo conto del cambiamento climatico. Anche con i fornitori, come Typico, il principio è lo stesso: solo pesce proveniente da acque regionali, frutta e verdura locale e biologica, erbe aromatiche dal giardino di casa e un mondo di valori a cui tendere attraverso le scelte dell’executive chef.
Il ristorante propone tre menu distinti - Proiezioni Territoriali, Pes-care, Profondità Vegetali - il primo ha un focus sulla carne, il secondo è la massima espressione della pesca sostenibile, e il terzo, interamente dedicato al mondo vegetale, vuole portare le eccellenze dell'orto rigenerativo nel piatto, senza essere una mera alternativa agli altri due menù. Tutti i piatti esplorano la sconfinata creatività di Ariel Hagen. Alcuni piatti sono già diventati iconici, come i Tagliolini al Koji e fiori di Sambuco, e si alternano a nuove creazioni stagionali, come la versione del tagliolino con le seppie e il suo nero, creando un'esperienza da incorniciare.
Il cuore pulsante di Saporium è il risultato di una sinergia perfetta tra la brigata di cucina e una squadra eclettica che include il capo giardiniere, il casaro, il fornaio e il laboratorio di fermentazione di Stefania De Leo. Qui, la cucina abbraccia l'orto, il casaro è in sinergia con il fornaio, e il risultato è un connubio di sapori autentici e rispettosi dell'ambiente.
Il Saporium Lounge, con i suoi cocktail d'autore, il suo menu in stile tapas e una selezione di vini e liquori dalla cantina di Borgo Santo Pietro, aggiunge un tocco di eleganza informale che prepara la bocca all'esperienza gastronomica del ristorante.
Le vetrate di Saporium si affacciano su un tratto tranquillo del Lungarno, regalando una vista incantevole e verdeggiante. In questo scrigno verde, la cucina a vista si fonde con l'atmosfera rilassata, invitando i commensali a partecipare al processo creativo. L'ambiente interno di Saporium, curato da Jeanette Thottrup e il celebre studio Campbell-Rey, evoca un connubio di stile italiano della metà del secolo e richiami all'art déco, creando un'oasi di relax tra le strade di Firenze.
Saporium non è solo un ristorante; è un'esperienza gastronomica che abbraccia l'autenticità, la biodiversità e il rispetto per l'ambiente. Ogni piatto racconta una storia di impegno verso un futuro responsabile in cucina, dove il gusto e la consapevolezza si uniscono in un inno al pianeta e alla cura anche nelle scelte che facciamo a tavola.
Saporium è destinato a diventare un'icona e una tappa obbligata a Firenze, portando il verde della campagna toscana nel cuore della città. O forse lo è già?
Saporium Firenze Lungarno Benvenuto Cellini 63/R, Firenze