Villa Petriolo, l'agriresort sostenibile che rende il lusso inclusivo
Chi l’avrebbe mai detto. Con queste parole ho deciso di introdurvi Villa Petriolo, l’agriresort che fa dell’esclusività inclusiva la sua filosofia d’esistenza.
Preparatevi all’inaspettato, a un’esperienza unica, attuale, che guarda indietro nel tempo per riscoprire concetti ancestrali. Pensate che poco più di un mese fa, nelle cucine di questa struttura, di cui a breve vi racconterò ogni più piccolo dettaglio, ha mosso pentole e mestoli Maksut Askar, il più autorevole chef turco che rilegge la cucina ottomana con occhio critico e contemporaneo. Proprio lui, dal suo Neolokal di Istanbul, il 13 settembre scorso, ha preso un volo, e qualche treno, fino ad Empoli, per stupire i clienti di Villa Petriolo in un quattro mani audace e sinergico con lo chef resident Stefano Pinciaroli.
E prima di lui, Jessica Rosval del neonato Al Gatto Verde del gruppo Francescana di Massimo Bottura e ancora Michele Lazzarini di Contrada Bricconi, hanno cucinato per Villa Petriolo. Ma perchè? Cosa ha spinto nomi così importanti fino al cuore della campagna toscana? Scopriamolo dettaglio dopo dettaglio.
Prima però, vi pongo un quesito: qual è la parola più usata e abusata dell’oggi? Se ve lo chiedessero, voi cosa rispondereste? Io, sostenibilità, umana ed economica. Una bandiera che molte attività sventolano fiere, alcune giustamente altre meno.
Perché cos’è in fondo la sostenibilità? La si può acquistare? È un qualcosa di tangibile o è uno stile di vita, un pensiero tradotto in gesti?
A chiarirmi le idee, a farmi toccare con mani, piedi, occhi e palato la Sostenibilità, con la S maiuscola, è stato proprio Daniele Nannetti, CEO e Founder di Villa Petriolo, che non a caso unisce lusso e sostenibilità all’interno di un progetto coerente che fonda le sue basi sulla circolarità economica partendo dalla salubrità del prodotto fino al welfare dei dipendenti stessi.
Villa Petriolo ti accoglie immediatamente, ti porta ad abbandonare ogni pensiero, già quando inizi a costeggiare le delicate colline, fatte di un verde rigoglioso che ti conducono a Cerreto Guidi, a pochi chilometri da Vinci, luogo natio di Leonardo Da Vinci.
Proprio qui, tra spie di natura esuberante si inserisce questo agriresort di straordinaria bellezza che non violenta gli spazi, ma al contrario, si impegna a rispettarli e a valorizzarli, lasciandosi guidare dalla natura sul ritmo da seguire, sulle scelte da operare. Il risultato? Un modello di ospitalità che educa l’ospite, ora ufficialmente in simbiosi con i 200 ettari di ambiente circostante.
Dunque nulla è nuovo. Non c’è niente d’inventato a Villa Petriolo: Daniele, leggendo e rileggendo testi antichi, riporta alla luce l’antico metodo di lavoro nei campi, rendendolo contemporaneo, attraverso il modello di agricoltura rigenerativa e allevamento naturale.
Maiali di cinta senese, galline, polli, e ancora capre, pecore Pomarancine, api che provvedono all'impollinazione delle piante circostanti e regalano eccellenti mieli, e persino falchi allevati dall’Antica Falconeria Toscana, popolano gli ettari di Villa Petriolo, in assoluta libertà.
Più di mille i metri quadrati di casa per animale, che vive libero, allo stato semi brado, circoscritto all’interno di un recinto talmente lontano da non poter essere percepito. Tanto allevamento, tanta agricoltura: ci sono gli uliveti, i vigneti, i cereali, come il grano Senatore Cappelli, e ancora i legumi in rotazione triennale. Tutto dialoga con tutto, in equilibrio dinamico. Il sistema di agricoltura e allevamento messo in atto a Villa Petriolo non è fermo, ma evolve con le stagioni e con il territorio che lo ospita, rispettandolo e arricchendolo.
Sembra tanto, ma non è ancora tutto. Si sfrutta il solare come fonte energetica (termica e fotovoltaica) mentre tutta l’acqua viene riciclata attraverso un depuratore che la raccoglie e la impiega sia per la tenuta che per le attività agricole.
E in ambito di sostenibilità umana? Circa settanta sono i dipendenti, la maggior parte giovani, del posto, provenienti da un raggio di 12 chilometri dalla tenuta.
Questo perché Villa Petriolo non è semplicemente una fattoria. È anche un resort, con suite, palestra, piscina a sfioro e molteplici format gastronomici, dall’osteria al ristorante fine dining passando per la Bottega.
Quest’ultima regala alcuni dei migliori aperitivi al tramonto della Toscana, su una piattaforma che si proietta a perdita d’occhio nelle campagne circostanti. Selezioni di salumi e formaggi della zona, pane e olio di propria produzione, a cui si aggiungono cocktail d’autore chiudono il cerchio della proposta.
Se si vuole assaggiare un primo autentico, a base di ragù di cinta senese o una vera bistecca, ci si accomoda all’ Osteria di Golpaja, mentre per una cena più articolata è d’obbligo sedersi alla tavola d’autore del PS Ristorante, di recente insignito della Stella Verde Michelin.
A coordinare tutto il reparto gastronomico è Stefano Pinciaroli, toscano DOC, originario della zona.
Lui autodidatta, accede a questo mondo in punta di piedi allenando la sua sensibilità e assimilando la tecnica, la disciplina, l’integrità e tutti i fondamentali necessari. Sempre con umiltà, coordina le cucine di Villa Petriolo, esaltandone il lato agricolo e artigianale con proposte dritte al punto, esteticamente d’impatto.
Al PS Ristorante si manifesta al massimo il dialogo incessante dello chef con la natura. Due le degustazioni disponibili, “Istanti” e “Dall’Orto”, quest’ultimo solo vegetale. Il tutto da affiancare a vini esclusivamente toscani, della tenuta stessa “Cerreto Guidi” e non solo, accuratamente selezionati da Lorenzo Caponi.
Come non amare la fregola incinta di seppie, vibrante per gusto e consistenza, dove la fregola è prodotta con il grano di Villa Petriolo, e condita con seppie e prosciutto di Petriolo. Un piccolo capolavoro di semplicità che sconvolge i sensi, dalla vista impaurita dal nero profondo della seppia, al tatto stimolato dalla croccantezza del grano.
Ci si perde nella bontà della Regina Bianca, ossia la Chianina alla brace, insalata e mezcal, un secondo che condensa tecnica, stagionalità e materia prima. Un piatto sincero che lascia l’ingrediente nudo ed immutato, perché perfetto così com’è. Perfetto perché fatto crescere in modo sostenibile veramente.
Lusso e sostenibilità sono due motori in simbiosi che qui si (ri)definiscono giorno dopo giorno, in un dialogo incessante, che fa dell’inclusione la benzina più energica del loro moto.
Villa Petriolo include, non esclude. Abbraccia l’agricoltura e l’allevamento locale, gli abitanti della zona, le attività d’artigianato locale e ovviamente il turismo, italiano ed estero.
Villa Petriolo si impone come un luogo in cui quel dolce vagare lento, tipico atteggiamento di chi vive e si gode una pausa dalla frenetica vita lavorativa in città, si trasforma in un tour dalle mille e una delizia, un’ispezione accurata e graduale di lusso sostenibile. Un lusso che ti avvolge appena tocchi i terreni della tenuta e che, senza batter ciglio, ti riempie di gesti, sorrisi, animali felici e verdure dell’orto.
Villa Petriolo ti sveglia la mattina per farti fare colazione con le uova del pollaio della fattoria, ti lascia percepire la fragranza del pane appena sfornato. Ti concede uno sguardo attorno ad una natura incontaminata, che vive e non sopravvive.
Via di Petriolo 7 – 50050 – Cerreto Guidi – Firenze
Tel. +39 0571 1771225
info@villapetriolotuscany.com