Il momento della raccolta dell’uva ha il fascino del mestiere antico, quasi di un rito mistico. Ma la vendemmia del Pinot Bianco nel Collio, quest’anno, ha rivelato una storia nuova e unica: in questo meraviglioso paesaggio collinare sullo sfondo delle Prealpi Giulie, questo vino è capace, da solo, di raccontare l’unicità del territorio e le famiglie che lo abitano.
Il profumo della vendemmia
La vendemmia. Quell’atteso appuntamento dell’anno in cui le vigne si affollano di uomini, di donne, di ragazzi, di un’allegra e al contempo faticosa frenesia, e va in scena l’incontro tra territorio e comunità, tra le persone e la generosa terra. Il raccolto dell’uva è un momento che, come pochi altri, ha conservato la ritualità di un tempo. Ci si avvia verso i vigneti, si scaricano gli attrezzi; ceste e secchi vengono sistemati e distribuiti, pronti per essere riempiti dei grappoli che i vendemmiatori staccano dai tralci con un colpo netto di forbici. Il rito è quello del rispetto, e del sentimento di gratitudine. Perché ogni filare ha inciso nel suo cuore legnoso l’amore e la fatica contadina di anni, decenni, persino secoli, nella memoria. E la vendemmia è l’occasione dell’elogio di quella cura, è una cerimonia di riconoscenza verso la natura.
La vendemmia ha il profumo di una festa. Le mani, i vestiti, i manici dei secchi, i pampini, tutto si impregna di una fragranza mielosa. La processione della vendemmia è fatta di vignaioli col cuore pieno di orgoglio e passione, esattamente come i grappoli d’uva, coi loro acini gonfi di succo, pronti ad essere colti. Quei grappoli che uno dopo l’altro si accalcano nelle cassette, e poi nelle pigiadiraspatrici, sono inconscio e naturale simbolo di unione. Perché la vendemmia è un raduno prezioso e singolare, una riunione in cui tutti sono lì, insieme, per uno stesso obiettivo.
La raccolta 2021 del Pinot Bianco nel Collio.
Anche nel Collio il rito della raccolta dell’uva si è da poco consumato: qui, dove le vigne salgono sui dorsi delle colline, per sette famiglie la vendemmia ha avuto un significato e un sapore più ricchi e intensi del solito. Queste famiglie e le loro cantine si chiamano Castello di Spessa, Livon, Russiz Superiore, Schiopetto, Toros, Pascolo e Venica & Venica e sono persone e vignaioli che hanno saputo trovare il coraggio di dimostrare, proprio come le loro colline coperte di viti insegnano, che tutto ha un tempo giusto per maturare. E oggi è il tempo maturo per un'unione che va oltre quella naturale di cui da sempre la vendemmia si fa portavoce, un legame solidale per celebrare e ringraziare il proprio territorio, e per proteggerlo. Così l’armonia di intenti si è fatta progetto comune e le sette famiglie si sono abbracciate attorno alla Rete del Pinot Bianco nel Collio.
Il fautore è Marco Felluga, visionario uomo del vino che, alla saggia età di 90 anni, ha deciso che era il momento di realizzare il proprio sogno: fare del Pinot Bianco il vino simbolo del Collio, il rappresentante nel mondo dell’unicità del territorio. Felluga ha bussato alla porta di chi come lui credeva in quel sogno, oggi racchiuso in un numero che profuma di magia: sette. Sette grandi famiglie strette attorno al Pinot Bianco, sette produttori legati e innamorati di questo vitigno, emblema capace di far conoscere al mondo le bellezze di un territorio dove le vigne più alte si aprono al cielo, il microclima è capace di incidere nei vini colori e profumi caratteristici, e il suolo, la ponca, dona a quei vini il timbro minerale riconoscibile ad occhi chiusi.
Ecco il profumo peculiare che ha caratterizzato la raccolta 2021 in Collio: sette famiglie unite nel cuore e negli intenti per volare verso lo stesso scopo. Sette vendemmie a dipingere scene di uno stesso quadro, sette aziende, comuni, geografie, diverse sensibilità. Sette racconti che passano attraverso uno stesso vitigno, il Pinot Bianco, un fil rouge doré meravigliosamente svelato dalle ceste rosse a contenere i grappoli di uva dorata, a simboleggiare l’amore e quei desideri che solo la tenacia e la passione possono realizzare.
Perché il Pinot Bianco non è stata una scelta frutto di semplice amore per un vino tra tanti. Questo è, solo, il vino capace di tradurre il terroir su cui nasce e in cui cresce. Ogni singola esposizione sulle colline del Collio dona ai vini identità specifica. E il Pinot Bianco, nelle sette espressioni dei produttori della Rete, riesce a rivelarle tutte: la freschezza, la mineralità, l’austerità, la struttura, il floreale. Questo vino è come il Collio: un poliedro con tante storie da raccontare, un unico timbro polifonico. “È la camicia bianca di un uomo, fine ed elegante. Un ballerino di danza classica, un vino con un grande corpo, ma aggraziato. Un vino che entra in scena con delicatezza”, così lo descrivono i sette produttori della Rete del Pinot Bianco.
E allora, finita la vendemmia, mentre i passi dei vignaioli sopra le zolle si muovono verso i colori dell’autunno che inoltra, ci si può accomodare per lo spettacolo narrativo del Pinot Bianco. Che, in punta di piedi, atto dopo atto, affascinerà con la sua danza aggraziata e intensa, raccontando la storia del Collio e delle sue famiglie.