Polpa, succo e fibra, elementi vivi di un frutto prelibato. Noto in questo senso è “Pulp”, Sicilia orientale all’ennesima potenza, come un concentrato di natura, Barocco e storie agricole: dai un morso e si sprigiona la Sicilia in bocca. Immaginiamo di trovarci nel centro storico di Noto, in corso Vittorio Emanuele III, in una giornata surreale in cui la città è sgombra di umanità: ci accorgeremmo del fascino metafisico che emana la strada chiara, con la Cattedrale di San Niccolò che svetta sulla sommità dell’ampia scalinata. Le sei opere bronzee di Igor Mitoraj, che rimarranno esposte fino ad autunno, vicino alla facciata luminosa in calcare, parlando di eroi classici, di scontri culturali, di radici diverse che si incontrano, si abbracciano e si ritrovano poi nel Barocco siciliano: il fascino della storia, che si spoglia davanti ai nostri occhi.
Allontanandosi solo pochi km, ci si immerge in una natura a tratti addomesticata, a tratti libera: mandorli, alberi di limone, vigne, ulivi, campi di grano. La riserva di Vendicari, casa selvaggia di uccelli e fauna protetta, catalizza il processo di fusione panica, mentre si guarda il mare, in uno stato di pace meditativa.
Da questo contesto quasi “fantasy”, Viviana Varese ha colto nuova linfa per la sua versione di cucina “Made in sud”, respirando a pieni polmoni la realtà circostante, facendo rete con i produttori e le cooperative sociali, rispettando il più possibile la biodiversità. “Abbiamo lavorato bene questa estate a W Villadorata Country restaurant”, ci racconta Viviana, “abbiamo creato rapporti stretti con tanti artigiani e contadini”, “questa è la mia isola felice”.
Il fenomeno Gelinaz! arriva come una scarica elettrica di bellezza ad alto voltaggio, a far deflagrare pensieri, cuori e mani che da tanto tempo non si erano toccati. “tutti gli Chef che abbiamo chiamato per remixare le matrici del menu che ci ha mandato Andrea Petrini sono anche nostri amici”, ci dice la Chef curatrice, “sarà un momento per ridere e stare insieme”, oltre a un’occasione più unica che rara per mandare in frantumi le barriere dell’immaginare l’alta cucina in termini “main stream”. “Ci saranno anche artisti come Pepa Charro e il regista statunitense David Warren” continua la Chef divertita. Ciò che muove dentro Viviana è la voglia di stare bene e di donare, mica poca cosa, imprimendo alla cucina nuova forza generativa, fatta di accoglienza sincera ed etica, mistero e creazione. Le materie prime della cena del 29 agosto vengono, in parte, dalle produzioni di Villadorata, olio e mandorle, e ortaggi sono prodotti nei terreni dalla cooperativa sociale “Si Può Fare Onlus”, già teatro della serata, a cui andrà poi il devoluto dell’evento. Tra gli altri ingredienti che Viviana ha svelato, c’è il maialino nero dei Nebrodi, e il caffè di Moak, altra fulgida realtà della valle. “The Grand Gelinaz! Shuffle Stay in Tour- Sicily, the Silent Voices Chapter Two Ripa-par-ti-amo metterà in scena la verità, e anche questa natura che brulica tutta intorno”: sarà un viaggio nelle viscere di questo territorio, come non è mai stato fatto prima.
Non c’è nulla di più “disruptive” di prendere delle ricette vive, partorite in giro per Mondo, farle incontrare, stravolgerle e comunicarle in modo eretico, in un posto meraviglioso: dal Global al Local, lontano e vicino, una babilonia di lingue insieme, reinterpretate a dovere, e rese comprensibili attraverso il linguaggio del gusto. La miccia è già accesa, la brigata è calda. Viviana e I fantastici sette, Gli Chefs invitati, sono quasi pronti a far vibrare le papille e risvegliare le menti: Cristina Bowerman, Isa Mazzocchi, Chloe Charles, Riccardo Monco e Alessandro della Tommasina; e poi anche Carmelo Chiaramonte, Accursio Craparo, Corrado Assenza, tra narratori locali.
Il gioco delle parti sta per cominciare, potrebbe accadere tutto e il suo esatto contrario.
Non dire Gelinaz! finchè non l’hai vissuto.