Le ragazze Miao, grandi organizzatrici di eventi.

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Partiamo da un presupposto: sono cosi tanto sfigata in amore, che ho sempre festeggiato solo il 15 febbraio, la festa dei single, e mai il 14, fatta eccezione per quel glorioso 2002, quando il mio fidanzatino delle medie mi masterizzò un cd di musica punk rock, e io gli regalai un braccialetto con sopra un pentacolo rosso. Che miracolo l’adolescenza…

Così, con una sana dose di odio e un pizzico di invidia, ho fatto una piccola ricerca sulle tradizioni di San Valentino in giro per il mondo, chiaramente sempre legate al cibo e, tralasciando quelle europee che ormai non esistono più - che alla fine non erano altro che tradizioni pagane legate all’inizio dello sgelo, dunque il ricominciare a lavorare nei campi, mi soffermerò sulla mia nuova tradizione preferita: il Sister’s Meal in Cina.

Il Sister’s Meal è un festival che cade il quindicesimo giorno del terzo mese del calendario lunare (dura tre giorni), durante il quale le ragazze della minoranza Miao, nella provincia di Guizhou, sperando di trovare l’amore, indossano diversi e pesantissimi chili di argento in testa, intorno al collo e sui vestiti. La tradizione vuole che l’argento, riflettendo la luce, tenga lontani gli spiriti malevoli. Poi se volete la mia personale opinione, mi sembrano dei costumi tradizionali troppo, troppo ganzi.

Prima di cominciare la festività, le ragazze - single - che vi prendono parte si incamminano su per le montagne a raccogliere fiori, bacche e piante selvatiche per tingere il riso glutinoso che cucineranno, chiamato Sister’s rice, che avrà i colori del blu, rosa, giallo e bianco, che rappresentano in breve le quattro stagioni.

Quando le ragazze Miao hanno ultimato i preparativi insieme alla loro famiglia, ad esempio le nonne siedono per ore a lucidare gli argenti, si inaugura il festival facendo un pranzo tradizionale di famiglia a base di riso cotto nel bambù e bevendo vino di riso fatto in casa. Dopo è finalmente giunto il momento dell’incontro: arrivano - belli belli - i ragazzi al festival nella speranza di conoscere la loro futura moglie o di avere risposte concrete dalla benamata.

Ed è qui che parte la cosa che più di tutte mi ha fatto innamorare di questo festival. Si, infatti, tengono incredibili prove di forza per tutta la famiglia; si va a pesca e a caccia; si organizzano gare di canoa; corse a cavallo; combattimento tra galli e corride. Spazio anche alle performance tipiche Miao, culturalmente rilevanti, a base di musica, balletti, the whole shebang.

Pensate a quanto sia molto più sexy innamorarsi di una persona vedendol* correre a cavallo o prendere a pugni un toro (non è così una corrida lo so), piuttosto che vedersi in comitiva al bar o parlarsi su Tinder, annoiati un lunedì sera. Ma questa è solo l’opinione di una persona che è cresciuta guardando Fantaghirò e fantastica sempre sull’arrivo di Kim Rossi Stuart bagnato, o di baciare un Tarabas - principe del male - pieno di kajal, per salvare il mondo.

Mentre i ragazzi si conoscono e flirtano, gli anziani del villaggio fanno combattere i propri tori fino ad eleggere il vincitore, che porterà fortuna e soldi a tutta la famiglia. Il toro vincitore viene inoltre adorato ed adornato di collane di fiori, lacci rossi sulle corna e fatto immergere nelle acque calmanti del fiume Qingshui.

Come se non fosse abbastanza, il festival ha altre incantevoli tradizioni, come il canto tra coppie: il ragazzo prende in disparte la ragazza con la quale ha più feeling e cominciano a cantarsi l’un l’altra canzoni in maniera antifona, domande, botta e risposta (un pò come Britney Spears Vs Justin Timberlake). Chi perde cantando, ovvero chi non riesce a rispondere al verso precedente, deve fare un regalo all’altro, il tutto mentre si sale su una montagna per un pò di importantissima privacy.

Il ragazzo, infine, può andare a trovare la benamata a casa sua, per poi andarsene chiedendole un “segnale” su cosa ne sarà di loro. La ragazza ha la grandissima fortuna di non dover avere lunghe conversazioni un pò imbarazzanti, piene di sospiri e pesantissimi silenzi, tentando di spiegare al ragazzo che non c’è trippa per gatti, o di muoversi a chiederle di sposarlo perché si sta spazientendo… La ragazza Miao in questione avrà già preparato delle palle di riso glutinoso colorato, avvolte in un pezzo di seta, o in un cestino, con dentro diverse “sorti” per il pretendente. Le sorti e i gusti sono svariate e molto divertenti, e vengono scelte dalla donna dopo aver passato 3 giorni con il ragazzo.

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Le palle di riso con aglio o pepe vogliono dire “mi spiace, ma no grazie”; quelle con foglie eduli di mogano cinese o di prezzemolo cinese, bacchette e petali di rosa dicono invece “muoviti a chiedermi di sposarti, che sono pronta”; la palla con ago di pino, vuol dire che la donna vuole che l’uomo le regali ago e filo di seta (questa non l’ho davvero capita ancora).

Se mi avete seguita finora probabilmente vi sarete già fatti una domanda che mi ha portato al motivo numero 123984 per il quale questo festival verra replicato a casa mia nel aprile 2022: perché una festa legata all’amore e alla primavera si chiama Sister’s meal e non Lover’s meal?

Perché come spesso accade con le leggende antiche, anche qui i limiti famigliari sono più labili rispetto a quelli del 21esimo secolo e troviamo del caro e vecchio incesto. Leggenda vuole che due cugini, figli di due sorelle, fossero molto legati fin dall’infanzia. L’amicizia come prevedibile divenne un pò più interessante in piena tempesta ormonale dell’adolescenza. E come in ogni dramma, o soap, la famiglia di lei è contro questa unione: la tradizione Miao prevede, infatti, che la ragazza si debba sposare con il figlio di suo zio e non di sua zia. La protagonista della leggenda si rifiuta di sposare il cugino che non ama. Per continuare la loro storia d’amore clandestina, senza farsi beccare dai genitori, la ragazza esce spesso con una cesta di bambù che contiene ago e filo, con nascosto all’interno del riso da mangiare col suo …fidanzato (ed ecco qui la storia dell’ago e del filo della fortuna che non ho capito).

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Comunque dopo un po’ di sotterfugi, le famiglie rimangono colpite dal vero amore dei due ragazzi e danno il loro consenso per il matrimonio.
Tutto questo per dire che Sister’s Meal centra ben poco col mito, nasce essenzialmente da un incongruenza tra il linguaggio Miao e il Mandarino. In Miao, un pasto portato segretamente al proprio innamorato si chiama “gad liangl” che vuol dire “pasto segreto”, poi tradotto in Mandarino “sister’s meal”. Tutto qui.

Dopo avervi fatto venire una voglia bestiale di palline di riso glutinoso, accessori d’argento e combattimenti tra galli, chiudo semplicemente facendo una piccola constatazione: abbiamo sempre associato il cibo al provvedere a una persona e quindi all’amore. E questa è solo un’evoluzione del nostro comportamento che rintracciamo anche in quello dei nostri antichissimi antenati, per esempio in quello delle scimmie marmoset e delle tamarino.
Quando queste scimmie trovano un cibo speciale, tipo degli insetti grossi, succosi e nutrienti, emettono un suono, un urlo specifico per far capire alle altre scimmie cosa sta succedendo. E dopo offrono l’insetto subito a un’altra scimmia.

Vi ricorda forse qualcosa?

Immagine di copertina: http://www.absolutechinatours.com/

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