Once upon a time in Noto: Gelinaz!

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Mettiamo che Gelinaz! sia il pretesto per far incontrare i personaggi, in questo caso 9 grandi Chef, per fondere mani, cucine e idee, e far loro preparare la cena con più assonanze e dissonanze della storia. Finita la cena, creata la polifonia, la coralità ideale, viene rivelato l’arcano: Daniel Patterson, lo Chef americano, è l’ideatore delle matrici del menù che i 9 protagonisti hanno interpretato. Ma torniamo un attimo indietro, si dice così, perché quello che è successo prima, e poi dopo, l’annuncio chiarificatore, è il vero succo della storia.

Ritrovarsi a Noto, in una giornata di fine agosto, precisamente il 29, vuol dire avere la fortuna guardare la Sicilia orientale in faccia: profumi, colori ed espressioni di una bellezza in piena fioritura, in cui Mediterraneo e Val di Noto si stringono e si intensificano.

Ogni angolo di città è proiezione antropica di un paesaggio circostante che irrompe e che prende spazio, che crea lo spazio, definendo nuovi immaginari, nuovi schemi del gusto. Architettura barocca, natura barocca: ricchezza da guardare, da annusare. Succede a tutti quelli che arrivano in questi luoghi, di avere una rivelazione, un momento di estasi, in cui ci sperimenta una pace dei sensi in pieno “Sicilian mood”. Trovarsi tra le dita mandorle, olio, agrumi, solanacee mature, enormi cipolle di Giarratana dorate, e sapere di poter comunicare il Mondo attraverso questi prodotti.

“La verità è che è più semplice raggiungere i produttori qui, rispetto ad altri luoghi” dice la Chef Cristina Bowerman, sorridendo, “sarò sempre una donna del Sud”, “qui il km 0 è reale”, “al nord per me è km 0 anche il km 100” continua la Chef. Parole che colgono nel segno, per chi come noi è in trepidante attesa di Gelinaz! Shuffle Stay in Tour. In effetti ciò che è buono da pensare, spesso è anche buono da mangiare: Si Può Fare Onlus è cooperativa sociale, azienda agricola e luogo prescelto per la grande serata. Orti produttivi, erbe aromatiche e pale di fichi, grandi tavoli sociali, una cucina in cui sperimentare, il fuoco come fulgido elemento catalizzatore; Il barbecue Monolith concentra i sapori, pesche e cipolle ad arrostire lentamente, l’aria profuma di gamberi rossi: il dado è tratto, il gioco in cucina si fa lesto, espresso. Mani come fulmini, a illuminare e trasmettere sapienza, cuochi come Dei del fuoco a forgiare la materia viva.

“Per me è la prima volta in Sicilia, Parigi è così diversa da Noto” ci dice Chloe Charles. “Preferisco non avere un mio ristorante, la libertà di creare non ha prezzo”, “vengono fuori i piatti migliori quando ti puoi permettere di stravolgere continuamente” racconta Chloe, mentre assaggia per la prima volta un* arancin* al ragù.

"Il cibo dovrebbe essere così, equilibrato, semplicemente buono, un momento di festa” dice divertita, facendo roteare le cipolle, elementi centrali del remix 4, il piatto che sta interpretando. Ogni esperienza personale, insieme alle altre, imprime nuova sostanza alle ricette selezionate da Andrea Petrini, la brigata creata è un melting pot, ça va sans dire, e la magia è racchiusa in questa fusione di vite, cucina e divertimento. Messico e Toscana in Sicilia, Zahie Tellez insieme ad Alessandro Della Tommasina e Riccardo Monco di Enoteca Pinchiorri nei remix 6 e 5: “Prima volta insieme, in questa terra stimolante e magica” ci dicono, “vogliamo esprimere la sicilianità a modo nostro”, “stiamo lavorando con un taglio di Frisona di 8 anni da un lato e con i gamberi rossi dall’altro”: spettacolo per i nostri occhi, Gelinaz! universale.

Chef Viviana Varese, eclettica direttrice d’orchestra, e Isa Mazzocchi si muovono silenziose e unite, in un duo eccezionale: zucca al barbecue, latte di mandorla affumicata ed estratto di salvia, per il remix 3. L’eleganza del dato vegetale, il fumo che intensifica dolcezza e sapidità, insieme all’aromatica d’elezione, che accende ricordi in noi, memorie di gusti semplici e complessi: tanto fumo e tanto arrosto in questo piatto. “La cucina siciliana è quella di tutte le donne, le mamme, le nonne, che ogni giorno nutrono le famiglie”: pensieri di Bianca Celano, madrina della cucina siciliana, che è qui insieme alla brigata, eroina della cucina viva, conservatrice innovativa.

Arrivano anche Carmelo Chiaramonte, Accursio Craparo e Corrado Assenza, a raccontare l’essenza di questa Valle. “L’alta cucina, per me, è ritrovato contatto tra l’umano e il naturale, è consapevolezza, è vita vissuta a pieno, la mia”, “bisogna vivere le visioni che si hanno, senza mai reprimere” dice Carmelo, “Gelinaz! è un grande simposio, ci ha fatti incontrare tutti”, “Io e Corrado siamo amici da una vita, lui è un grande cuoco”. Per Craparo la cucina siciliana è come un uovo, bisogna circumnavigare attorno, ed entrarci dentro, per affondare nel tuorlo, nel cuore caldo e sensuale dell’Isola: remix 7, un dessert racchiuso in un guscio d’uovo, dove la mandorla è, ancora una volta, simbolo assoluto delle origini del gusto dolce in Sicilia.

9 PM. Ciak. Azione!

9 come le portate della cena, P come pandemonio, M come movimento.

Gli Chef, insieme alle brigate, cominciano a far uscire i piatti nella sala “en plain air”. 90 persone sedute a vivere il momento, musica dal vivo, prima lenta, poi sempre più concitata: un climax di suoni, sapori e saperi. I piatti sono annunciati e commentati da Pepa Charro che si aggira tra i tavoli, ballando e cantando. David Warren, regista americano, accompagna l’attrice, come un “Socrate” che opera la maieutica: le ricette raccontano tante verità, quella dello Chef che le ha partorite, quella degli interpreti, quella del territorio di Noto. Ci colpisce il modo in cui insieme, le portate, assumano toni inattesi. La Giardiniera di frutti e ortaggi, albiketchup e maionese di creapopoli di tonno di Carmelo Chiaramonte, per esempio, sembra un giardino siciliano, in cui la maionese di lattume di tonno è come un brodo di coltura e di cultura, dove gli elementi vegetali si esprimono liberi.

Per Cristina Bowerman, invece, il maialino dei Nebrodi si accosta a polvere di alghe, pesche alla brace, salicornia e mandorle, con un twist dato dalla salsa al latte di mandorla con curry verde e polvere di ostriche: approdiamo in un nuovo mondo. Corrado Assenza ci ricorda che l’esplorazione va di pari passo con le stagioni: nel suo cannolo insieme alla ricotta si aggiunge un tocco di mandorla Romana, monocultivar tipica della vallata. Si scivola velocemente in un territorio inesplorato, si cammina su una terra che pensavamo di conoscere, ma che ora rivela, cangiante, angoli nuovi, come se si fossero risvegliati tutti i demoni e si fossero messi a fare un girotondo, insieme a noi che assistiamo a questa festa. In fin dei conti cos’è Gelinaz! se non un caos calmo, un ossimoro continuo, che è poi tutto il senso della cucina stessa. Tutto si palesa, e mentre a Noto è acclamato Daniel Patterson, a Lucca e in giro per il globo, si narrano altre belle storie, e si rivelano tutte le Silent Voices, gli Chefs dietro ai menu misteriosi. Ora è il momento di danzare nella notte.

Il viaggio vale quanto la meta, a volte di più. La storia che vi abbiamo narrato è solo una delle tante, in cui mistero e creazione, sudore e gioia, cibo e vita si attorcigliano: Gelinaz! è Mito.

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